Birra e packaging, traguardi raggiunti e obiettivi da perseguire

L’ultima buona notizia arriva dal gruppo Diageo: ha annunciato l’eliminazione dei porta-anelli in plastica e degli involucri termoretraibili dalle confezioni multiple delle birre delle marche Guinness, Harp e Smithwick’s. Un risultato ottenuto con l’impiego di cartone riciclabile e biodegradabile al 100 per cento che ha comportato un investimento di 16 milioni di sterline.

Diageo ha dichiarato apertamente gli obiettivi che intende raggiungere nel 2020 per il suo packaging:

• ridurre il peso totale dell’imballaggio del 15%;

• aumentare il contenuto riciclato al 45%;

• rendere il 100% delle confezioni riciclabile o riutilizzabile;

• arrivare ad avere fonti sostenibili per la realizzazione delle confezioni di carta e cartone con l’obiettivo di non contribuire alla deforestazione.

Un altro grande brand aveva già provveduto a eliminare la plastica dalle confezioni multiple di lattine. Lo scorso settembre la marca di birra danese Carlsberg aveva introdotto la sua “Snap Pack”, una soluzione innovativa che utilizza una specie di colla per tenere insieme le sei lattine di birra. Secondo l’azienda questa soluzione contribuisce a ridurre globalmente gli scarti di plastica di oltre 1200 tonnellate l’anno, l’equivalente di 60 milioni di sacchetti di plastica.

La nuova Snap Pack era stata presentata in maniera spettacolare: era stata costruita una versione speciale della statua della Sirenetta di Copenhagen realizzata interamente con le nuove lattine. E Snap Pack lo scorso ottobre è stata citata come un’innovazione esemplare nel corso del World Economic Forum.

Carlsberg, presentando la nuova confezione, aveva anche annunciato di aver scelto gli inchiostri Cradle-to-Cradle Certified  per le etichette delle sue bottiglie per migliorare la riciclabilità, un nuovo rivestimento sulle bottiglie di vetro ricaricabili per estenderne la durata e ridurre quindi il loro impatto ambientale; nuovi tappi che rimuovono l’ossigeno per mantenere integra la qualità della birra più a lungo.

Per accelerare i progressi sul fronte della sostenibilità, il Gruppo Carlsberg collabora con Plastic Change, un’organizzazione ambientale danese, e con il WWF.

E a proposito di Danimarca in questi giorni sta facendo notizia una proposta presentata dal governo che, se fosse messa in atto, potrebbe accelerare il raggiungimento di un obiettivo strategico: diventare un Paese neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio entro il 2050. L’idea è quella di collaborare con i supermercati per aggiungere un’etichetta su tutti i prodotti alimentari con informazioni sulla loro impronta di carbonio.

Questa iniziativa, secondo i promotori, aiuterebbe i consumatori a fare scelte informate, perché l’impatto della produzione alimentare è spesso sconosciuta e invisibile. Una sfida non semplice da affrontare perché sulle etichette dovrebbero essere sintetizzati diversi valori relativi a fattori eterogenei quali l’utilizzo di acqua e suolo, l’analisi del ciclo di vita, le emissioni di gas serra e l’impronta di carbonio legata alle attività logistiche.

Queste informazioni dovrebbero essere ovviamente complementari a quelle sui valori nutrizionale degli alimenti ma secondo alcuni esponenti politici potrebbero avere implicazioni importanti nel mercato, creando un circolo virtuoso di buone pratiche per produrre un cibo sano in linea con i principi della sostenibilità.

Alessandra Apicella

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