Future Meat Technologies, non solo proteine alternative

Ha ricevuto un ulteriore finanziamento di 14 milioni di dollari la startup israeliana Future Meat Technologies creata nel 2017 dal professor Yaakov Nahmias, bioingegnere e innovatore. Tra i finanziatori, S2G Ventures, uno dei sostenitori dell’IPO di Beyond Meat; Emerald Technology Ventures; l’acceleratore food tech cinese Bits x Bites; Tyson Ventures, che fa parte del colosso alimentare Tyson Foods e che aveva già contribuito a un precedente finanziamento.

Il curriculum di Nahmias è molto lungo, richiederebbe intere pagine. Estrapolando, è direttore del Grass Center for Bioengineering dell’Università Ebraica di Gerusalemme, è stato il primo scienziato non britannico a vincere il premio Trust Rosetrees, è membro dell’American Institute for Medical and Biological Engineering (AIMBE) e della British Royal Society of Medicine (RSM); è stato cofondatore di un’altra startup attiva nell’ambito delle proteine alternative, SuperMeat, che ha poi lasciato per dedicarsi alla nuova società.

Nahmias e il suo team hanno messo a punto un processo per cui cellule animali, non OGM, riescono a crescere e a moltiplicarsi velocemente e abbondantemente senza componenti di origine animale. Le cellule, coltivate in bioreattori brevettati, raddoppiano ogni 24 ore e il processo di produzione dura due settimane. La soluzione consente di cambiare con grande flessibilità la tipologia di carne coltivata – pollo, agnello e manzo – e permette di adeguare velocemente la produzione alle esigenze del mercato. Secondo Future Meat, l’esito finale è perfetto: la carne coltivata non è distinguibile dalla carne di origine animale.

Questa innovazione tecnologica garantisce grandi volumi di produzione, con consumi ridotti, non genera scarti e sprechi alimentari. Non viene usato il suolo e, secondo le stime, si emetterebbe l’80% in meno di gas serra rispetto alla produzione tradizionale. È un processo sostenibile, da molti punti di vista.

Ma Future Meat Technologies ha obiettivi più ambiziosi perché ha un modello di business innovativo: prevede di dare la possibilità a produttori di alimenti, trasformatori di carne, agricoltori, servizi di ristorazione e rivenditori di produrre biomassa e di trasformarla, localmente o in una struttura centralizzata, riducendo drasticamente i requisiti patrimoniali.

Future Meat Technologies vuole creare un nuovo modello di produzione “distributiva”, che consente di ridurre la necessità di strutture su larga scala, dando la possibilità anche alle piccole realtà di creare carne e di commercializzarla senza grandi investimenti. Basterà avere le capsule contenenti il tessuto e i nutrienti necessari e utilizzare la macchina che sarà la stessa Future Meat Technologies a fornire.

Il nuovo finanziamento consentirà alla società di investire ulteriormente in attività di ricerca e sviluppo e di costruire un vero impianto di produzione che diventerà operativo nel 2020, vicino a Tel Aviv. L’azienda prevede di introdurre nel mercato dapprima i suoi prodotti ibridi, a base di proteine vegetali e grassi coltivati, in seguito la sua seconda linea, a base esclusivamente di carne coltivata al 100 per cento. Ovviamente i prezzi saranno assolutamente competitivi. Secondo Nahmias, ogni unità produttiva alla fine costerà circa 300 dollari e la carne costerà circa 5 dollari al chilogrammo.

Alessandra Apicella

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