Le microplastiche, corsie preferenziali per i patogeni

Che le microplastiche danneggino in maniera irreparabile gli ecosistemi è ormai accertato ma è altrettanto confermato che il loro accumulo nella catena alimentare marina è una minaccia per la salute della stessa fauna. Quantità di microplastiche sono state rinvenute in tartarughe marine, balene e foche e persino nei pinguini Gentoo delle Isole Orcadi meridionali, acque vicino all’Antartico, e la loro ingestione può portare alla morte o all’insorgenza di deformità fisiche, come è stato riscontrato nelle larve dei pesci raccolte sulle coste del lago Ontario. Ma non solo. Le microplastiche rappresentano una corsia privilegiata per i patogeni che dalla terraferma possono raggiungere velocemente l’oceano, con conseguenze per la salute della fauna selvatica e di noi umani.

È questo l’esito di uno studio condotto dall’Università della California, Davis che ha analizzato alcuni patogeni che possono infettare sia l’uomo sia gli animali, patogeni che si trovano in tutto l’oceano e che l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica come cause sottovalutate di malattie: Toxoplasma gondii, Cryptosporidium (Crypto) e Giardia.

“Le persone in genere pensano che il problema delle microplastiche non riguardi la loro alimentazione e la loro salute: non sono una tartaruga nell’oceano, non mi soffocherò certo con le microplastiche’“, ha commentato Karen Shapiro, esperta di malattie infettive e professoressa associata presso la UC Davis School of Veterinary Medicine. “Ma quando si arriva a parlare di malattie e di salute, tutti iniziano a prestare maggiore attenzione al problema e le microplastiche veicolano effettivamente i germi e questi germi finiscono nella nostra acqua e nel nostro cibo”.

Il T. gondii è un parassita che si trova solo nelle feci di gatto ma ha infettato molte specie oceaniche con la malattia toxoplasmosi. I ricercatori dell’UC Davis ei suoi partner hanno raccolto molte evidenze che collegano questo parassita alla morte di molte lontre marine e di altri animali selvatici in pericolo di estinzione, come le foche hawaiane e i delfini di Hector. Nelle persone, la toxoplasmosi può causare malattie per tutta la vita e disturbi dello sviluppo e della riproduzione. Crypto e Giardia causano malattie gastrointestinali e possono essere mortali nei bambini piccoli e nelle persone immunocompromesse.

“Il fatto che questi patogeni possano colpire sia gli esseri umani sia gli animali”, ha detto una delle autrici dello studio Emma Zhang, una studentessa della UC Davis School of Veterinary Medicine “evidenzia la necessità di avere un approccio globale ai problemi, One Health, che richiede la collaborazione tra le discipline umane, della fauna selvatica e dell’ambiente. Tutti dipendiamo dall’ambiente oceanico”.

Per accertare l’entità del fenomeno, i ricercatori hanno condotto esperimenti di laboratorio e hanno utilizzato due diversi tipi di microplastiche: microsfere di polietilene e microfibre di poliestere. Le microsfere si trovano spesso nei cosmetici, come esfolianti e detergenti, mentre le microfibre si trovano nei vestiti e nelle reti da pesca.

Gli scienziati hanno scoperto che più parassiti aderiscono alle microfibre rispetto alle microsfere, sebbene entrambi i tipi di plastica possano trasportare agenti patogeni terrestri, e sottili particelle di microfibra sono molto presenti nelle acque della California e sono state riscontrate nei crostacei.

Lo studio ha messo in evidenza che la plastica veicola velocemente gli agenti patogeni negli ambienti marini, a seconda che le particelle di plastica affondino o galleggiano. Le microplastiche che galleggiano lungo la superficie possono viaggiare per lunghe distanze, diffondendo agenti patogeni lontano dalle loro fonti sulla terra. La plastica che affonda invece concentra gli agenti patogeni vicino al fondo del mare dove vivono animali filtratori come zooplancton, vongole, cozze, ostriche e altri molluschi.

“La plastica trae in inganno gli invertebrati”, ha detto Shapiro. “E questo vuol dire che stiamo alterando le reti alimentari naturali introducendo questo materiale di fabbricazione umana che può veicolare parassiti mortali”.

A questo proposito, Chelsea Rochman, esperta di inquinamento da plastica e assistente professore di ecologia all’Università di Toronto, sostiene che ci sono diversi modi per contribuire a ridurre l’impatto delle microplastiche nell’oceano, anche perché molte microfibre vengono comunemente disperse nelle lavatrici e possono raggiungere i corsi d’acqua attraverso i sistemi di acque reflue. Tra le strategie di mitigazione suggerite, l’installazione di filtri nelle lavatrici e nelle asciugatrici, celle di bioritenzione o altre tecnologie per il trattamento delle acque piovane e l’adozione di migliori pratiche di gestione da parte delle industrie e dei cantieri.

Lo studio è stato pubblicato su Nature.com ed è stato finanziato dall’Ocean Protection Council e dal programma California Sea Grant, con il sostegno finanziario del “UC Davis School of Veterinary Medicine Students Training in Advanced Research Program” (STAR).

Nell’immagine, una lontra marina al largo di Moss Landing in California. Ricerche precedenti hanno mostrato che diverse lontre marine sono state infettate e talvolta uccise da T. gondii, un parassita che si trova solo nelle feci di gatto. (Trina Wood/UC Davis)


Emma Zhang, prima autrice dello studio, al lavoro nel laboratorio della School of Veterinary Medicine della UC Davis. (Per gentile concessione di Emma Zhang, UC Davis)

Alessandra Apicella

No Comments Yet

Leave a Reply

Your email address will not be published.