L’Urban farming ci salverà? Sicuramente aiuta, ma richiede uno sforzo congiunto

C’è un progetto innovativo che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 abbinando due settori in genere lontani: l’edilizia e l’agricoltura. Si chiama GROOF ed è parzialmente finanziato dall’Unione Europea con una sovvenzione di 2,9 milioni di euro.

GROOF sta per “Greenhouses to Reduce CO2 on RooFs”.

L’idea è di realizzare serre sui tetti delle costruzioni con due obiettivi: recuperare attivamente il calore prodotto non utilizzato, che altrimenti andrebbe disperso e perso, attraverso un sistema di ventilazione, e utilizzarlo passivamente per la coltivazione di verdure ed erbe aromatiche. In media il calore perso dai tetti è pari al 30% del totale prodotto in un edificio.

Con questo approccio si potrà raccogliere e utilizzare la CO2 generata dalle attività umane, proveniente dagli edifici, per “nutrire” le piante e si eviteranno le emissioni legate ai trasporti delle merci perché il cibo sarà prodotto localmente.

La serra stessa è un corpo indipendente situato all’esterno dell’edificio ma entrambe le strutture ne condividono l’energia e ne ottengono vantaggi in termini di efficienza.

Il progetto si propone di diffondere l’adozione di questo tipo di serre, dimostrando il valore e i benefici di alcune buone pratiche sia nell’edilizia sia nell’agricoltura, e vuole anche identificare i tipi di costruzioni più adeguati, i modelli e le soluzioni più efficaci.

Nel corso della realizzazione dei progetti pilota saranno anche identificati e ridotti gli ostacoli alla messa in opera di questo nuovo tipo di urban farming (norme urbanistiche, regolamenti tecnici, assicurazioni…), verranno supportati i primi utenti e saranno raccolti tutti i dati a dimostrazione dell’efficacia delle soluzioni per un numero rappresentativo di modelli aziendali e sociali.

Tutti i risultati saranno condivisi con le comunità: autorità pubbliche regionali e nazionali, PMI e grandi aziende, centri di ricerca.

GROOF sta investendo nella realizzazione di quattro progetti pilota in Lussemburgo, Belgio, Francia, Germania e l’obiettivo atteso è la riduzione globale di 54 tonnellate di emissioni di CO2 l’anno.

In particolare, in Lussemburgo stanno lavorando alla costruzione di una serra urbana di oltre 500 m² installata sul tetto del Building Sector Training Institute (IFSB), nella cittadina di Bettembourg, denominato SOTA. Oltre ad avere anche un’ambizione educativa, questa serra produrrà circa 10 tonnellate di verdure fresche l’anno.

Il progetto coinvolge un pool eterogeneo di esperti, soprattutto nell’ambito dell’architettura, dell’edilizia e dell’agronomia, che fanno parte di 11 organizzazioni e università di Lussemburgo, Belgio, Francia, Germania e Spagna. È coordinaato dal Conseil de Développement Economique pour la Construction del Lussemburgo, con il supporto del INTERREG North West Europe Program, un’iniziativa della Comunità Europea che ha l’obiettivo di accelerare i processi di innovazione e superare le disparità tra le regioni favorendo la collaborazione tra Paesi soprattutto su temi e progetti relativi alla sostenibilità e all’economia circolare.  

Alessandra Apicella

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