Nell’università di Aberdeen nasce una guida per migliorare la sicurezza nelle aziende agricole

L’interesse suscitato ha superato ogni previsione e il numero di persone che recupera la pubblicazione scaricandola dal link continua a crescere. Il successo ha anche varcato i confini nazionali perché la guida oggi è sulle scrivanie e nelle tasche di agricoltori americani e neozelandesi.  

L’idea di creare il documento gratuito Farmer Resource Management: safety critical skills”, realizzato in un formato appositamente tascabile, è nata in Scozia dalla professoressa Amy Irwin e dal team con cui lavora nell’ambito dell’Applied Psychology and Human Factors Group dell’Università di Aberdeen. La guida dà indicazioni pratiche e propone una metodologia per assicurare la sicurezza dell’azienda agricola e di chi ci lavora, permette anche di personalizzare il documento indicando specifiche aree critiche, e le relative azioni necessarie, a seconda delle esigenze individuali.

La guida riassume i risultati ottenuti dal gruppo in 5 anni di ricerche e li espone in maniera schematica, contiene anche degli appositi riquadri in cui gli agricoltori possono segnare le loro priorità partendo proprio dalle loro esperienze personali quotidiane. Sottolinea l’importanza del lavoro di squadra.  

Il team ha utilizzato il protocollo solitamente adottato nell’industria aeronautica, è partito dal presupposto che non ci siano competenze tecniche specifiche (Not Technical Skills) e ha selezionato una serie di metodologie e consigli molto pratici per individuare i possibili rischi, prevenire gli incidenti e, se necessario, affrontarli in modo adeguato.

Il progetto è nato dal desiderio di aiutare concretamente gli agricoltori ed è partito dalla constatazione dell’elevato numero di incidenti che si registra ogni anno nel settore. Secondo i dati raccolti, in Gran Bretagna nel solo ultimo anno si sono verificati 39 incidenti mortali e il tasso di mortalità medio è 18 volte superiore a quello registrato negli altri settori. Non solo. Il trend non evidenzia nessun miglioramento significativo negli anni, un fenomeno che indica evidenti lacune sia in termini di competenze sia in termini di metodologie.

Questo il commento di Amy: “Gli agricoltori lavorano sodo e lavorano per lunghe ore soprattutto in certi periodi dell’anno. Non possiamo ridurre il numero di ore lavorate o la fatica che fanno per nutrirci ma possiamo provare a dar loro il supporto necessario per rendere il loro lavoro il più sicuro possibile… L’obiettivo è fare in modo che gli agricoltori pensino alla propria sicurezza in un modo più strutturato, affrontandola con un approccio che forse non hanno mai adottato prima…se riusciremo a salvare la vita anche di un agricoltore, la guida avrà fatto il suo lavoro”.

Alessandra Apicella

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