Nuove condivisioni di conoscenze su uliveti e olio, il progetto del CREA e la nuova iniziativa dell’Oleificio Zucchi

Il CREA sta coordinando la seconda fase del progetto Olivemap che si propone di mappare le superfici olivicole del nostro Paese. I risultati sono stati illustrati oggi nel corso del webinar “Mappatura dei fabbisogni di investimento e monitoraggio dell’olivicoltura italiana”.

La digitalizzazione e la mappatura di queste superfici ha l’obiettivo di fornire in maniera univoca i dati e le informazioni ufficiali sul settore, integrando più banche dati e utilizzando i più recenti strumenti tecnologici del telerilevamento.

Nello specifico, in alcune regioni focus (Puglia, Sicilia, Calabria) per aumentare il livello di dettaglio e le relative informazioni desumibili, i ricercatori del CREA hanno utilizzato un approccio innovativo che si basa sull’integrazione di diversi strumenti tecnologici legati ai sistemi informativi geografici. Il software GIS, tradizionalmente usato per la fotointerpretazione, è stato integrato con un tool per visualizzare Google Street View, che consente di constatare la presenza di alberi di olivo anche senza la verifica di campo, riducendo notevolmente i costi per la raccolta dei dati.

Grazie all’adozione di alcuni criteri prestabiliti (superficie minima di 5000 mq, larghezza minima del poligono di 20 m, densità minima di alberi e presenza di altre colture), è stato possibile giungere alla definizione univoca sia della superficie olivicola, riferimento per armonizzare i dati, sia di una unità minima cartografabile, riferimento per futuri aggiornamenti della mappatura in Italia.

Tali risultati sono stati inseriti in un sistema informativo geografico (SIT), integrato con altre banche dati esistenti (AGEA, SIGRIAN, SISTAN, SIAN), da cui è emerso che quasi il 90% delle superfici mappate dal CREA è congruente con quanto definito da AGEA e che le aree olivicole delle regioni focus sono potenzialmente servite da fornitura idrica (il 17% in Puglia, il 12% in Calabria, il 18% in Sicilia, secondo il SIGRIAN relativo ai distretti irrigui).

I ricercatori del CREA sono, attualmente, al lavoro per sviluppare una piattaforma integrata di coordinamento e gestione di informazioni ufficiali univoche, fondamentale per la definizione degli interventi nel settore. Al momento tale piattaforma integra il dato della mappatura, il SIGRIAN, un modello digitale del terreno. E consente di ottenere diverse informazioni geografiche come, ad esempio, la possibilità di accedere alla rete idrica.

Il primo Task del progetto, con i relativi risultati, dedicato alla definizione delle caratteristiche strutturali e socio-economiche delle aziende aderenti a Organizzazioni dei Produttori, verrà presentato il prossimo 8 luglio.

Oleificio Zucchi, invece, oggi comunica che è online una nuova sezione del suo sito dedicata alla biodiversità varietale delle cultivar di ulivo presenti in natura a livello globale. Un’ulteriore iniziativa dell’azienda rivolta a promuovere e diffondere la cultura dell’olio anche tra i consumatori.

Il termine cultivar si riferisce a una varietà di pianta coltivata che abbia un insieme specifico di caratteri morfologici, fisiologici e agronomici. Nel caso dell’ulivo, non si tratta dunque di varietà botaniche, ma di tipologie di Olea europaea adattate, in funzioni delle condizioni ambientali e dell’intervento dell’uomo, che nel tempo ha selezionato quelle più vocate ai diversi territori e destinazioni d’uso.

Attraverso la nuova sezione del sito, sarà dunque possibile conoscere le caratteristiche delle varietà di olive più diffuse in natura, uno straordinario patrimonio che permette di ottenere una gamma infinita di oli evo, ciascuno con un proprio profilo organolettico specifico. Il tipo di cultivar, infatti, concorre in modo sostanziale a determinare le proprietà chimiche ed organolettiche dell’olio: da ogni cultivar derivano precise caratteristiche chimiche e di conseguenza precisi bouquet, profumi e sapori.

La nuova sezione del sito nasce dalla collaborazione tra Oleificio Zucchi e l’Università Cattolica del SacroCuore – Campus di Piacenza, che ha dato ad un proprio studente la possibilità di completare il suo percorso di studio in azienda, fianco a fianco con gli agronomi e i blendmaster Zucchi. Insieme, hanno elaborato un documento facile da consultare, che permetterà a tutti di conoscere meglio l’immenso patrimonio olivicolo mondiale.

Alessandra Apicella

1 Comment
  1. i temi legati alle rilevazioni satellitari ed alla loro consultazione all’interno di banche dati (più o meno ufficiali) sono molto “caldi” e sempre più pressanti di fronte alle amministrazioni pubbliche ancora piuttosto chiuse a riccio e resti a distribuire questi che atutti gli effetti sono big data che potrebbero essere utilmente impiegati in sistemi di tracciabilità B2B e B2C.
    che dire…speriamo

Leave a Reply

Your email address will not be published.