Probiotici e materiali innovativi per un’agricoltura sostenibile

I ricercatori dell’Institute for Sustainable Food dell’università di Sheffield sono impegnati in un progetto che intende analizzare come e quali batteri benefici sono in grado di proteggere la salute delle piante. L’obiettivo è trovare soluzioni naturali che aiutino le colture a diventare più resistenti alle malattie evitando l’uso di sostanze chimiche. Dunque, riduzione o eliminazione dei pesticidi e anche dei relativi impatti sulla salute umana e dell’ambiente.

Il progetto ha ricevuto un finanziamento di 1,5 milioni di sterline ed è guidato dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council, che fa parte del UK Research and Innovation, con il contributo del dipartimento for Environment, Food and Rural Affairs e del governo scozzese.

L’idea è nata anche dalla valutazione dello scenario locale. In Gran Bretagna sono sempre più numerose le specie di frutta e verdure coltivate in serra con tecniche idroponiche – si stima che siano 948 gli ettari coltivati con queste pratiche – una soluzione che consente agli agricoltori di coltivare prodotti di qualità tutto l’anno ma da certi punti di vista vulnerabile: se una qualsiasi malattia riesce infiltrarsi all’interno della serra può devastare intere colture. I ricercatori invece sperano che introducendo batteri benefici in questi ambienti si potranno prevenire questi focolai e dunque si migliorerà la produttività, evitando sprechi alimentari.

Il team lavorerà con le piante di pomodori e abbinerà competenze di genetica e biochimica per comprendere a fondo come le radici interagiscono con i microrganismi benefici nel suolo. Queste conoscenze verranno poi applicate per sviluppare probiotici vegetali che aiuteranno le piante a combattere parassiti e malattie grazie proprio a un sistema immunitario potenziato.

E a proposito di innovazioni per un’agricoltura sostenibile, i ricercatori dell’Institute for Sustainable Food hanno già sviluppato “terreni” in schiuma sintetica ideali per la crescita delle piante. Questo materiale riduce lo sfruttamento dei terreni agricoli e aumenta il potenziale per l’agricoltura urbana. Iniettando questi probiotici nella schiuma, i ricercatori sperano di creare le condizioni di crescita ottimali per una vasta gamma di erbe, frutta e verdura che possono essere coltivate tutto l’anno.

A proposito di queste speciali schiume in poliuretano, sono stati effettuati studi e test ed è risultato che le colture piantate in questo materiale crescono da 2 a 10 volte più velocemente delle piante coltivate nel suolo.

Queste schiume sono state realizzate da Harry Wright, uno studente di dottorato presso il Grantham Center for Sustainable Futures dell’Università di Sheffield, proprio per ricreare le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche del suolo.

Il materiale e i suoi effetti sono stati testati in una scuola abbandonata a Sheffield che è stata trasformata in una fattoria urbana dotata di sistemi idroponici all’avanguardia ma il potenziale di queste schiume, a basso costo, era stato già sperimentato in un campo profughi in Giordania dove erano stati installati sistemi idroponici e erano stati impiegati materassi usati. Il progetto era stato condotto dal direttore del Grantham Center, il professor Tony Ryan, in collaborazione con il professor Duncan Cameron dell’Istituto scozzese.

Il professor Ryan, direttore del Grantham Center for Sustainable Futures, aveva dichiarato: “La nostra ricerca di frontiera sui suoli sintetici ci ha permesso di trovare una soluzione innovativa a un problema. I materassi di seconda mano sporchi e inutilizzabili, considerati un problema per lo smaltimento dei rifiuti nel campo profughi di Za’atari sono stati impiegati come substrato di crescita alternativo e abbiamo scoperto che la potenziale contaminazione delle urine riusciva anche a favorire la crescita.”

Tornando invece alla nuova fattoria urbana scozzese, ora questo centro fornirà frutta e verdura alla comunità locale. Ma non solo. Si occuperà anche della formazione di disoccupati locali ed ospiterà  sessioni di educazione alimentare e di urban farming dedicate proprio alle scolaresche.

L’immagine è dell’Università di Sheffield.

Alessandra Apicella

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