Proteine alternative, il progetto europeo GreenProtein e le sue potenzialità

Avviato nel settembre del 2016, il progetto GreenProtein è finanziato dal Bio Based Industries Consortium ed è coordinato dall’Olanda con la collaborazione di centri di Ricerca e aziende di Francia, Spagna e Olanda.

Il team coinvolto sta lavorando alla trasformazione dei sottoprodotti di verdure verdi e di altre colture, principalmente barbabietole da zucchero, per la produzione di proteine di alta qualità, pronte per essere impiegate nell’industria alimentare. Il prodotto finale è una valida alternativa agli albumi e alle proteine del siero di latte e ha un enorme potenziale commerciale.

L’idea è nata dalla constatazione di un dato di fatto: l’Unione Europea importa il 77% delle proteine necessarie, per alimenti o mangimi, un volume che rende vulnerabile l’economia europea in termini di autosufficienza e di sicurezza alimentare.

Il team multidisciplinare del progetto – che comprende esperti alimentari, ingegneri di processo e specialisti di macchinari – ha sviluppato il processo di estrazione e purificazione di RuBisCO, che è la proteina più abbondante al mondo perché rappresenta circa il 50 per cento delle proteine solubili delle foglie.  La lavorazione dei sottoprodotti verdi dei residui vegetali li trasforma in una polvere con un contenuto di RuBisCo in media dell’85%.

I risultati sono stati molto positivi: i ricercatori sono riusciti a estrarre proteine di ottima qualità e hanno anche identificato le variabili legate alla stagionalità delle diverse materie prime.

Oggi si sta lavorando alla fase finale del progetto: la creazione di un impianto demo che consentirà di perfezionare il processo di estrazione e aiuterà a definire le condizioni ottimali per la produzione industriale. Sarà costruito in un design compatto, pronto per essere “collegato” alla linea di produzione e sarà un sistema facilmente replicabile in tutta l’UE. L’impianto dimostrativo in costruzione avrà la capacità di lavorare 1.500 kg / ora di input di residui vegetali, producendo 28 kg di RuBisCO secco e 82 kg di fibra alimentare secca (25-30% di sostanza secca).

I prodotti finali possono essere utilizzati come ingredienti dalle aziende alimentari ma sono anche preziosi per creare nuovi tipi alimenti ideali per le persone che seguono diete particolari o che vogliono evitare di mangiare prodotti di origine animale. Inoltre tutte queste innovazioni rappresentano una grande opportunità per riuscire a utilizzare una gran quantità di sottoprodotti che altrimenti verrebbero scartati, con un impatto positivo sulla sostenibilità del ciclo agricolo.

Il progetto si concluderà nel febbraio 2021.

Alessandra Apicella

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