Riscaldamento globale e insetti: mille variabili, spesso sconosciute

Lo sanno tutti ormai, molte specie di insetti si stanno estinguendo e il loro numero globale sta diminuendo. Ma c’è un’altra preoccupazione diffusa, che il riscaldamento globale possa favorire l’aumento degli insetti fitofagi che danneggiano le specie vegetali. La ragione è semplice: gli insetti sono ectotermici e dovrebbero quindi vivere meglio se le temperature aumentano.

Ad esempio, un’area occupata da betulle artiche nel nord della Scandinavia settentrionale è stata notevolmente danneggiata negli ultimi decenni dall’aumento del numero di due specie di falene – la falena invernale (Operopthera brumata) e la falena autunnale (Epirrita autumnata) – che si sono insediate in quel territorio grazie proprio a un clima più temperato.

Un gruppo di ricerca internazionale, che ha coinvolto la Sweedish University of Agricultural Sciences e l’Università di Stoccolma, ha provato a studiare le dinamiche degli effetti del riscaldamento globale sulla vita di questi insetti.

I ricercatori hanno studiato 31 dei peggiori parassiti diffusi a livello globale e hanno trovato una grande varietà di risposte ai cambiamenti climatici.

I parametri presi in esame sono stati: l’espansione della gamma delle specie, la dinamica della popolazione e le interazioni trofiche. Tra queste specie di insetti, il 41% ha mostrato risposte che dovrebbero provocare un aumento dei danni, mentre solo il 4% ha mostrato risposte con effetti ridotti; ma la maggior parte di queste specie (55%) ha dimostrato risposte contrastanti.

Dunque, i ricercatori hanno rilevato che i danni provocati dalla maggior parte di questi insetti nocivi sono aumentati, come nel caso del coleottero chiamato bostrico dell’abete rosso (Ips typographus) e dell’afide nero dei cerali (Rhopalosiphum padi), due noti insetti parassiti nel Nord Europa. Ma hanno anche riscontrato con una certa sorpresa che per oltre la metà delle specie osservate si registrava sia un aumento dei danni sia una loro diminuzione, a seconda delle tipologie di specie.

Le conclusioni dei ricercatori sono state nette: è difficile fare previsioni e dare indicazioni generali sui danni prodotti dagli insetti agli ecosistemi agricoli e forestali perché le dinamiche possono produrre risultati per così dire misti, a seconda delle diverse aree geografiche e dei tratti biologici: l’aumento della temperatura in molti casi porta sia a un aumento che a una riduzione dei danni.

“Una ragione può essere che le specie, in alcune loro tipologie, si sono già abituate a temperature elevate e dunque un ulteriore riscaldamento non produce effetti positivi. Al contrario, temperature anche più elevate possono portare effetti negativi. Ecco perché la distribuzione di più specie si sta contraendo nelle latitudini meridionali, già calde “, ha dichiarato il professor Philipp Lehmann del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Stoccolma.

Un altro motivo può essere che anche le piante che alimentano gli insetti parassiti, o i loro antagonisti naturali, sono influenzate dall’aumento delle temperature. Ad esempio, gli insetti nocivi possono essere danneggiati dal riscaldamento globale se i loro i loro nemici, spesso insetti predatori, ne traggono vantaggi.

In ogni caso le diverse reazioni degli insetti nocivi ai climi caldi – sia differenti specie sia nell’ambito di una stessa specie – danno indicazioni importanti anche sull’aumento o sulla diminuzione della presenza di popolazioni di insetti non nocivi in tutto il mondo.

“Il fatto che molti insetti – ad esempio diverse specie di farfalle – siano stati straordinariamente abbondanti in Svezia nel 2019 è in contrasto con la previsione negativa generale sul futuro degli insetti. Per fare previsioni più realistiche bisogna tenere conto di dove, quando e come sono state raccolte informazioni e si dovrebbe evitare di estrapolare conclusioni se non sono stati fatti studi specifici sulle specie e sulle aree geografiche”, ha affermato Christer Björkman, professore nel Dipartimento di Ecologia della Sweedish University of Agricultural Sciences.

Un articolo su questo studio è stato pubblicato sulla rivista Frontiers in Ecology and the Environment.

Betulle artiche danneggiate dai parassiti nel nord della Scandinavia, la foto è di  Jakob Iglhaut.

Alessandra Apicella

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