Tra leggende e pregiudizi, uno studio fa il punto sul comportamento del vischio

Quando pensiamo al vischio ci viene in mente il Natale e la tradizione ci ha insegnato a considerarlo un portafortuna, ma in California questa pianta non ha una buona reputazione perché è una specie parassita che vive sui meli e su altri alberi.

Alcuni ricercatori dell’Università della California/Riverside hanno deciso di indagare di più sul comportamento di questa pianta e hanno esaminato una specie autoctona di vischio, che si trova nei deserti di Sonora e Mojave e spesso cresce su alberi di acacia. Il team è stato guidato da Paul Natiby, Assistant Professor of Plant Insect Ecology.

I ricercatori hanno rimosso una di due piante di vischio presenti su un ramo e hanno constatato che la pianta rimasta non aumentava la sua fotosintesi e anzi in alcuni casi riduceva l’assunzione di acqua. “Sembra che il vischio rimasto abbia riconosciuto che non era più in competizione per le risorse”, ha detto Nabity.  “E sembra anche che queste piante sappiano quando stanno attaccando lo stesso ospite e riducono la virulenza del loro attacco”.

Spesso gli uccelli si nutrono dei frutti del vischio e finiscono per proteggere la stessa pianta perché defecando rilasciano i semi sullo stesso albero da cui provengono. Un albero pieno di vischi correlati tra loro aumenta il carico parassitario per l’ospite, anche se l’infezione si manifesta in forma ridotta rispetto a quella che si verificherebbe con piante non correlate tra loro.

Nabity, che studia le interazioni tra piante e insetti, ha spiegato che i vischi possono comunicare in modalità diverse. Sono collegati allo xilema di un ospite, il tessuto che gli alberi usano per spostare l’acqua e i nutrienti dalle radici. È possibile quindi che i vischi inviino messaggi usando lo xilema. È anche possibile che si “annusino” tra loro. Le piante, infatti, producono composti chimici e li rilasciano attraverso i loro pori. Questi composti evaporano rapidamente nell’aria, inviando segnali che possono essere ricevuti sottovento.

La morale, secondo Nabity, è che i vischi comunicano e che non necessariamente vanno rimossi dagli alberi su cui si attaccano, anche se i gestori forestali sostengono da tempo che la loro rimozione migliorerà la salute degli alberi. Questo, secondo il professore, potrebbe essere vero per un singolo albero, ma non in generale. E il ruolo del vischio rimane molto prezioso per l’ecosistema perché favorisce la presenza di uccelli e impollinatori. Questa pianta tende, infatti, a fiorire in inverno quando il nettare o il polline di molte altre piante non è ancora disponibile, quindi può aiutare tante altre specie e alla fine non danneggia alberi o arbusti come si pensava.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Current Biology.


Alessandra Apicella

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