Irrigare, un’esigenza che può diventare un gioco di equilibrio perfetto e un’opportunità

Netafim è nata in Israele nel 1965 da un team di agricoltori che volevano coltivare, a tutti costi e malgrado tutto, nel deserto del Negev, in Israele. Si sono ingegnati e con una buona dose di esperienze e creatività sono riusciti a mettere a punto tecniche e soluzioni in grado di usare al meglio l’acqua, in quantità ridotta e senza sprechi.

I sistemi di irrigazione di Netafim alimentano direttamente le pianta invece del terreno, fornendo acqua e sostanze nutritive direttamente alle radici. In tal modo si riduce drasticamente il consumo di acqua (di circa il 40 per cento) e di altre risorse – dalla manodopera ai fertilizzanti – si proteggono le colture e si ottengono raccolti più abbondanti e di migliore qualità.

Oggi tanti progetti realizzati in tutto il mondo – su misura per le esigenze dei singoli agricoltori, delle specifiche coltivazioni e di ecosistemi quanto mai eterogenei – hanno reso Netafim un leader del settore, con esperti e sedi in tutto il mondo.

La società è impegnata ovunque su più fronti ma in India è in prima linea e sta realizzando quattro grandi progetti di irrigazione per le comunità di 100 villaggi. L’obiettivo è organizzare i sistemi di irrigazione per 135.000 acri di terreni che coinvolgono circa 60.000 agricoltori.

Tra le regioni interessate Singataluru, Ananthapuramu e Tarikere. Singataluru. In particolare il progetto di Ananthapuramu copre 22 villaggi e riguarderà circa 13.000 agricoltori, quello di Tarikere copre 45 villaggi e interesserà 27.000 agricoltori.

Il primo progetto portato a termine è quello che ha coinvolto la comunità di Ramthal e che ha portato l’irrigazione di precisione a 7.000 agricoltori in 28 villaggi in Karnataka.

Ma per Netafim queste nuove tecniche sono un’opportunità soprattutto per le donne che nei Paesi in via di sviluppo hanno un ruolo fondamentate, anche se non riconosciuto. Secondo l’azienda, in questi Paesi le donne costituiscono quasi la metà della forza lavoro agricola, anche se sono davvero in poche a possedere i terreni e hanno un minore accesso a linee di credito, mercati e tecnologia.

In aree come il Nepal, l’India e l’Africa sub sahariana, il valore di una donna dipendeva dalla sua capacità di utilizzare la pioggia per irrigare i raccolti.

Oggi, secondo Netafim, grazie ai nuovi sistemi di irrigazione, lo scenario sta cambiando e si stanno concretizzando tante nuove opportunità soprattutto per le donne, che non devono più svolgere lavori pesanti e stanno assumendo maggiori responsabilità nella filiera agricola. L’adozione delle nuove tecnologie lascia anche più tempo per acquisire nuove competenze e con la formazione e la condivisione delle conoscenze per le donne arriva anche la capacità di crescere e di avere successo.

E in Niger, Netafim sta lavorando con l’International Financial Corp. (IFC) per il progetto “Planting a climate-resilient future for Niger” per rendere disponibili microcrediti, sistemi di irrigazione a goccia e programmi di formazione. L’obiettivo è riuscire ad aggiornare le tecniche di coltivazione di 120 ettari di terreni con il coinvolgimento di 1200 agricoltori. E qui arriva il bello: quasi la metà di loro è costituita da donne.

Alessandra Apicella

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