Grazie a tecniche di editing genetico, accelera la task force in difesa dell’agricoltura africana

Il lavoro è iniziato quasi dieci anni fa, coinvolge partner eterogenei e si basa su piani di diagnostica, gestione e sorveglianza sistematica. L’obiettivo è arginare un vero flagello per l’agricoltura africana, la necrosi letale del mais (MLN), e introdurre al più presto nuove varietà resistenti alla malattia. I progetti che concorrono al raggiungimento di questo obiettivo sono due, Seed Production Technology for Africa (SPTA) e Maize Lethal Necrosis Gene Editing

La necrosi letale del mais esiste ancora. Non è stato sradicata. Anche se ha ridotto la sua presenza e il suo impatto, è ancora una minaccia latente in Etiopia, Kenya, Ruanda, Tanzania e Uganda e potrebbe  diffondersi ulteriormente “, ha affermato B.M. Prasanna, direttrice del Global Maize Program del CIMMYT e del CGIAR Research Programme on Maize.

“Per velocizzare i tempi è stato avviato un progetto di editing genetico in grado di cambiare rapidamente la componente genetica di quelle linee di mais più popolari e ottenere nuove versioni tolleranti alla MLN”, ha detto Prasanna. Gli scienziati modificheranno le quattro linee madri di due ibridi popolari, che attualmente sono coltivate da agricoltori in Kenya e Uganda, resistenti alla siccità ma attaccabili dalla malattia.

Grazie all’editing genetico, per sviluppare nuovi ibridi servirà metà del tempo che invece sarebbe necessario adottando i metodi tradizionali. Entro il 2025, gli ibridi resistenti alla MLN modificati saranno disponibili per la semina su circa 40.000 ettari da parte di circa 20.000 agricoltori kenioti.

Questa tecnica di produzione di semi è stata sviluppata da Corteva Agriscience e utilizza un gene dominante del mais che non produce polline e genera piante femmine che non sono in grado di produrre polline.

Le aziende sementiere che utilizzano questa tecnica eliminano la necessità di rimuovere le nappe di polline dalle piante per prevenire l’autoimpollinazione e garantire che il genitore maschio previsto sia l’unica fonte di polline nel campo della produzione di semi ibridi, con vantaggi anche in termini di costi di lavoro necessari.  

Il metodo aiuta anche a garantire la purezza del seme ibrido eliminando il rischio di autoimpollinazione involontaria.

Gli ibridi prodotti con questa tecnologia sono caratterizzati dal 50% in meno di produzione di polline (FNP): solo la metà delle piante produrrà polline sul campo e in tal modo le piante invece di impiegare risorse per produrre nappe e polline contribuiranno alla formazione del grano, offrendo così all’agricoltore un vantaggio aggiuntivo di 200 chilogrammi per ettaro. Un aumento della produttività del 10% per gli agricoltori che raccoglieranno circa 2 tonnellate per ettaro, la resa media del mais in tutta l’Africa subsahariana.

Ora si sta concludendo la prima fase di Seed Production Technology for Africa (SPTA) e si sta preparando la fase successiva che prevede la commercializzazione e la diffusione di queste nuovi semi a un numero più ampio di piccoli agricoltori.

Il progetto è finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation.

Il lavoro di ricerca e sviluppo nell’ambito dei progetti Seed Production Technology for Africa (SPTA) e Maize Lethal Necrosis Gene Editing ha beneficiato di un grande supporto da parte di tanti partner pubblici e privati. Le aziende sementiere e le istituzioni nazionali hanno contribuito a migliorare l’accesso e la conoscenza di queste tecnologie, oltre a facilitare le relazioni e la collaborazione con gli agricoltori. L’impegno costante con le agenzie di regolamentazione nelle diverse fasi dei progetti garantisce trasparenza e favorisce la comprensione.

Per valutare lo stato di avanzamento di queste due iniziative, i rappresentanti delle agenzie di regolamentazione, delle associazioni di categoria delle sementi, delle aziende sementiere, delle istituzioni agricole nazionali e dei finanziatori si sono riuniti per un incontro virtuale proprio lo scorso 29 luglio 2020.

Un ruolo decisivo in questo progetto è proprio quello di Corteva Agriscience che fornisce il sistema tecnologico di produzione di sementi su base gratuita e garantisce l’accesso alle principali tecnologie di editing genetico. Corteva Agriscience collabora operativamente nella realizzazione del progetto fornendo supporto scientifico a tutti gli attori coinvolti.

L’immagine è del Cimmyt.

Alessandra Apicella

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