Francesca, i segreti di una pasta speciale

Piace a tutti, ma qualcuno non può farne a meno. Solo davanti a un buon piatto di pasta stare a tavola diventa un momento di festa e di convivialità. E oggi che tutti riparlano dei benefici di una sana povera dieta mediterranea sulla pasta si sono riaccesi i riflettori. Virtù e diversità vengono messe in luce, grani e lavorazioni occupano pagine e spazi pubblicitari e, come sempre, il povero consumatore, bombardato da messaggi, anche davanti a un prodotto che considerava familiare e ben noto si ritrova disorientato e arranca alla ricerca della verità.

Ma Francesca Petrei Castelli i segreti della buona pasta li conosce davvero e li racconta con particolari e dettagli e chi l’ascolta alla fine arriva a capire quali sono le differenze e come si arriva a riconoscerle. “È una questione di profumi, sapori, croccantezza, capacità di assorbire il sugo e creare con lui un equilibrio e un’intesa perfetta. Ma la buona pasta è buona anche solo lessata, la sua personalità non ha bisogno di un sugo per esprimersi.”

Francesca oggi è titolare dello storico pastificio Verrigni, nato nel 1898 a Roseto degli Abruzzi. Un’azienda che ha sempre voluto conservare il valore delle tradizioni ma che si è sempre impegnata a migliorare, perfezionare, innovare all’insegna della qualità del vero made in Italy. 

Francesca conosceva molto bene la realtà della sua azienda agricola di famiglia ma non conosceva il mondo della pasta. Ventidue anni fa sposando Gaetano Verrigni ha iniziato a imparare: l’origine dei grani, le tecniche di lavorazione, i profumi, i sapori, la consistenza del prodotto finito. I primi tempi si occupava di comunicazione per l’azienda, per questo era necessario conoscere davvero bene il prodotto che promuoveva e cosa lo differenziava nel mercato. Poi la passione è cresciuta e anche il suo coinvolgimento in quella piccola, preziosa azienda. Le sue responsabilità si sono diversificate e sono cresciute e oggi è lei al timone di questo fiore all’occhiello del made in Italy.

Oggi Francesca è molto fiera dell’evoluzione del Pastificio Verrigni, che ha continuato senza compromessi a perseguire l’eccellenza. I grani sono rigorosamente italiani, l’essicazione lenta a bassa temperatura mantiene intatti le proprietà nutrizionali e i profumi delle materie prime e non altera la natura dell’amido, tutto il processo di lavorazione è un vero rito, fatto nel rispetto delle tradizioni con un’aura di sacralità. E alcuni formati di pasta sono trafilati in oro, una scelta che all’inizio è nata dal desiderio di provare a innovare ma che alla fine si è dimostrata un’intuizione geniale, apprezzata da autorevolissimi chef. Questo tipo di trafilatura permette di ottenere una croccantezza e un’osmosi coi sughi speciale e inconfondibile.

E sono davvero tanti i grandi chef che per i loro ristoranti e le loro portate di prestigio scelgono proprio la pasta Verrigni. Oggi l’azienda produce tanti formati ad hoc proprio per loro ma ha anche ampliato ed arricchito le sue proposte continuando ad ascoltare ed intercettare le esigenze e i desideri dei consumatori.

Sono più di 80 i formati realizzati, c’è una linea biologica, due linee che nascono da una filiera abruzzese e da una pugliese ben definite e c’è una linea gluten free. Poi ci sono paste aromatizzate, dal peperoncino al nero di seppia al tartufo, e poi ci sono i nuovi formati quadrati o i nuovi spaghetti al volo o al volo plus, che, grazie a una speciale lavorazione, si cuociono in due minuti mantenendo la consistenza e il sapore dei formati tradizionali.

Chi ama davvero la pasta da Verrigni ha solo l’imbarazzo della scelta. E chi incontra quella pasta speciale non cambia. Lo sanno molto bene anche all’estero dove sono sempre più numerosi i punti vendita e i ristoranti che scelgono questo marchio abruzzese sinonimo di eccellenza e di vero made in Italy. Dall’Europa agli Stati Uniti, dal Giappone alla Corea. E chi pensa che questa qualità sia un lusso per pochi sbaglia: in fondo una porzione di pasta speciale costa solo 20 centesimi in più della pasta realizzata in modo industriale. Non ci sono dubbi: il gioco vale la candela. Provatela, scoprirete un mondo nuovo, quello della vera, buona pasta che mangiavano i nostri nonni.

Alessandra Apicella

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