Laura, quando scatta la voglia di casa e di cose buone

Il papà, il nonno ma anche il suo bisnonno vivevano in quel pezzo di terra magica a un passo dal mare e dalle montagne, a Cormons, in provincia di Gorizia. Si occupavano di vacche, le famose pezzate rosse friulane. Lo facevano con passione, con cure maniacali per la loro alimentazione e il loro benessere perché il loro latte era e doveva rimanere speciale.

Laura invece decide di fare l’interprete, viaggia e lavora molto, vive in città diverse, continuando a prendere aerei e treni. Poi incontra un uomo ed è colpo di fulmine, peccato che anche lui è sempre in giro per il mondo, lavora per la Ferrari e la Formula 1.

La voglia di creare una famiglia e di avere dei figli li riporta a Cormons, “volevo che i miei figli nascessero e crescessero lì, in quella terra che amo e tra quelle mucche che in fondo hanno sempre fatto parte della mia vita”.

Si rimboccano le maniche e si reinventano, lei succhia tutte le conoscenze dai suoi genitori e si mette a studiare, lui diventa casaro, facendo corsi e sperimentando nel suo laboratorio. “Si possono fare tanti corsi utili – afferma Laura – ma ogni vacca e ogni latte è una realtà a sé e cambia anche a seconda delle stagioni, dei climi, delle variabili che la natura propone. Così anche ogni formaggio alla fine è un unicum e noi continuiamo a sperimentare lavorazioni nuove ma i risultati devono convincere prima di tutto noi. Qualcuno ogni tanto mi chiede perché non facciamo formaggi muffettati e io gli rispondo candidamente che non ci piacciono.

La Fattoria Zoff oggi ha 65 capi di bestiame, vacche rigorosamente pezzate rosse, di cui 25 in mongitura che producono circa 500 litri di latte al giorno. Quel latte, che il suo papà e i suoi antenati vendevano, oggi viene lavorato tutto all’interno dell’azienda e diventa una varietà di formaggi: dalla mozzarella allo stracchino, dalla ricotta alle caciottine “massaggiate” con erbe diverse. Il sale usato è esclusivamente quello marino di Trapani IGP, presidio Slow Food.

E poi c’è lo yogut, un signor yogurt. “Il latte ancora tiepido viene messo a fermentare nei vasetti di vetro, con fermenti naturali, e arriva direttamente al consumatore in tutta la sua integrità e il suo sapore unico. Se la confezione non viene aperta il nostro yogurt può essere consumato nell’arco di un mese e mantiene intatte le sue qualità, il suo profumo e la sua consistenza.”

Un particolare importante: l’azienda di Laura è biologica. “Il percorso è stato facile perché la mia famiglia ha sempre curato la terra e gli animali, rispettando il loro equilibrio naturale, non sono mai state usate sostanze chimiche: il benessere della terra è la qualità del foraggio e il benessere delle vacche è la qualità del latte. Siamo certificati dal 2016, in fondo non sarebbe stato necessario ma da mamma ho pensato che chi non conosceva da vicino i nostri prodotti dovesse in qualche modo avere la certezza documentata della loro qualità.”

Un giorno arrivano dei parenti australiani. Raccontano che il latte A2 è molto richiesto nel loro Paese perché sono in tanti a soffrire di intolleranza al lattosio. A Laura si illumina una lampadina. Fa testare le sue vacche e scopre che l’80 per cento di loro produce già latte A2. Nel rispetto della vita delle sue creature, si propone di arrivare ad avere la totalità dei suoi capi e oggi il suo latte è tutto altamente digeribile.   

Oggi la fattoria è diventata anche un agriturismo, ha cinque stanze, ognuna con un colore diverso, arredate in stile friulano e gli ospiti sono sempre entusiasti di soggiornare in quel pezzo di paradiso, facendo gite in tante vicine località ricche di storia e di cultura. Ma, inutile dirlo, la cosa che apprezzano di più è la colazione. Alzarsi la mattina e bere il latte o gustare lo yogurt guardando da vicino proprio le mucche che lo hanno prodotto è un piacere speciale. E poi ci sono le torte e i biscotti fatti in casa…una tentazione e un inizio di giornata che rimane nel cuore e che diventa un piccolo appuntamento fisso per chi ha bisogno di recuperare serenità e benessere. E niente di nuovo sotto il sole: i milanesi sono in prima fila.

Alessandra Apicella

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