Michela: le donne pensano sempre al futuro

Giuseppe Marenco in cuor suo si aspettava di avere un figlio maschio. Voleva trasmettergli i valori e i segreti della sua azienda agricola e voleva che fosse pronto a diventare il degno custode di quel suo adorato territorio. Invece sono nate Michela, Patrizia e Doretta, ma Giuseppe, giorno dopo giorno, era sempre più fiero di loro. Le sue ragazze amavano quella terra e avevano capito il valore del vino, volevano imparare e volevano rimanere a lavorare proprio lì su quelle colline dell’alto Monferrato patrimonio dell’Unesco. Oggi Giuseppe non c’è più e la Marenco Vini è guidata con la stessa passione e con risultati eccellenti dalle sue tre figlie.

“Negli anni in tanti hanno lasciato la terra e tradizionalmente sono sempre stati gli uomini a occuparsi delle attività agricole – afferma Michela Marenco – quando noi sorelle abbiamo deciso di portare avanti l’azienda eravamo un po’ un’eccezione. Oggi per fortuna sono tante le donne che hanno scelto di fare le imprenditrici agricole e io credo che sia un ottimo segnale. Una donna ha nel suo DNA la capacità di guardare avanti e pensare al futuro. Con senso pratico, energia e una buona dose di creatività. Siamo abituate a organizzare e a organizzarci e non perdiamo mai di vista l’obiettivo: creare i presupposti per un buon domani, per il bene della famiglia, della casa, della terra che amiamo.

“Parlando di terra, è innegabile: chiunque venga qui nel Monferrato rimane affascinato, se ne innamora e ci vuole tornare. Noi tutti i giorni ci diciamo quanto siamo fortunate – afferma Michela – siamo nate e cresciute in un piccolo paradiso, che negli anni abbiamo imparato a conoscere sempre meglio, intercettandone quasi il respiro.

“E fare il vino è davvero un lavoro privilegiato. Certamente non si stacca mai e, come in tutte le attività agricole non mancano mai gli imprevisti, ma se ci pensate il vino è davvero un prodotto unico. Il pane si può fare tutti i giorni, il vino si fa una volta l’anno e non si potrà mai riuscire a fare uno stesso vino perché le variabili che lo determinano sono sempre tante: dalle condizioni climatiche alla terra, dall’acqua all’aria. Per quanto ci si impegni al massimo per avere certi risultati ogni volta il vino riesce a stupirci.”

La Marenco Vini nasce nel 1925 ed è a Strevi, un piccolo comune in provincia di Alessandria vicino ad Acqui Terme. Se guardate il loro sito vedrete la gamma dei loro vini, spumanti, passiti e grappe e vi verrà l’acquolina in bocca, vi verrà anche la voglia di visitare le loro vigne e la loro cantina, ma soprattutto capirete subito che è un’azienda speciale. Piccola, legata alle tradizioni contadine ma da sempre orientata all’innovazione. Anticipando i tempi si è sempre occupata di sostenibilità.

“Oggi finalmente si parla molto di sostenibilità e tante aziende si stanno impegnando su questo fronte ma noi l’abbiamo sempre fatto, forse istintivamente come lo facevano i nostri nonni. Il vino di qualità è necessariamente il risultato di un equilibrio perfetto del territorio e del suo intero ecosistema.”

La salute del suolo è un punto centrale nella strategia della Marenco Vini. L’inerbimento, il sovescio, la concimazione con sostanze organiche e organo-minerali; non sono ammesse arature, il terreno deve riposare almeno un anno tra l’estirpo del vigneto e il successivo impianto. Tutto è calibrato con una precisione maniacale, come facevano i farmacisti di una volta con i loro bilancini.

E poi ci sono le viti: uno studio attento della disposizione dei filari e continue cure per difenderle in modo naturale dalle malattie e dagli insetti dannosi. Per allontanare la tignola e la tignoletta è adottata la pratica della confusione sessuale.

Tutto viene controllato dagli occhi vigili degli umani ma anche da centraline che rilevano puntualmente i dati. Quei dati grazie a un software diventano informazioni preziose che aiutano a prevenire disguidi e danni e a mettere in atto tempestivamente gli interventi migliori.

L’energia è autoprodotta da un impianto fotovoltaico situato sopra le cantine. Ma anche la scelta delle bottiglie ha un suo perché, il vetro è riciclato, le bottiglie sono leggere perché richiedono minor consumo di materiale e minori costi di produzione e trasporto.  Una curiosità: su ogni bottiglia nell’etichetta è indicato il nome della vigna da cui proviene l’uva che ha dato vita a quel vino.

E guardare avanti per la Marenco Vini vuol dire da sempre anche collaborare con le università per continuare a migliorare le pratiche agronomiche ed enologiche.

Un’area su cui si stanno effettuando degli studi particolari è il vigneto Scarpona che si trova in un terreno speciale, costituito da sabbia, limo e argilla, in una posizione abbastanza ripida. La superficie del vigneto è di 5,7 ettari, la distanza dal mare in linea d’aria è di 38 km.  “Ci si doveva proprio inerpicare – afferma Michela – oggi per fortuna abbiamo dei piccoli trattori che ci consentono di salire e di lavorare più facilmente”. Qui i vigneti sono di moscato bianco al cento per cento.

Il terreno è stato diviso in sette lotti di dimensioni analoghe ma in ognuno dei lotti sono state adottate tecniche colturali diverse per valutare le variazioni nella crescita dei vigneti e nelle relative uve. Il progetto ha permesso di identificare le pratiche più virtuose e di mettere in atto interventi per ottimizzare la produzione.

Ma alle donne Marenco continuano a venire nuove idee, continuano a guardare avanti. Hanno ancora voglia di imparare e di fare meglio, credono nel valore del vino e del territorio, collaborano con altre aziende e fanno parte di associazioni locali e nazionali. 

Oggi, reduce da Maranello, è sceso in campo anche un ingegnere, Andrea, uno dei due figli di Michela: l’amore per il vino e l’amore per la sua azienda hanno avuto la meglio sulla passione per i motori.

Noi non possiamo non pensare a Giuseppe. Non si sarà perso mai una sola puntata di questa bellissima storia, sorriderà orgoglioso del lavoro della sua piccola squadra e rimane in attesa delle prossime evoluzioni. Da un posto in prima fila ovviamente: il copione ha iniziato a scriverlo lui. 

Alessandra Apicella

1 Comment
  1. Tanto di cappello a questa Azienda ed a chi la gestisce. Il settore “sostenibilità” del sito è fatto davvero con crismi scientifici.

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