Perché Vertical Harvest è davvero speciale

L’idea di dar vita a qualcosa di nuovo nasce spesso da un incontro. Persone che hanno visioni analoghe e qualche sogno in comune, parlandosi e confrontandosi, giorno dopo giorno, iniziano a pensare alla possibilità di tradurre quell’idea in un vero progetto.

E questa storia ha come protagoniste tre donne: Nona Yehia, architetto, Penny McBride, consulente per la sostenibilità, e Caroline Croft Estay, che lavora come facilitatrice per l’inserimento nel mondo del lavoro di persone diversamente abili. Nona ha un fratello diversamente abile.

Così è nata Vertical Harvest Jackson hole, una realtà che ha fatto notizia nel Wyoming e non solo. Produce ogni anno circa 100.000 sterline di prodotti in una serra idroponica a tre piani che è diventata un nuovo centro di aggregazione ma anche un luogo d’attrazione nel territorio. Vengono organizzate anche visite guidate per piccoli gruppi, basta prenotare e fare una donazione di 5 o 10 dollari.  

Qui si coltiva un volume di pomodori, bietole, lattuga che in un ambiente tradizionale richiederebbe 10 acri di terreno ma in questa serra basta solo un decimo di acro di terra. I prodotti vengono venduti a ristoranti e a centri commerciali ma anche ai consumatori, in un apposito spazio della struttura un rivenditore propone le verdure al dettaglio insieme ad altri prodotti locali di ogni genere.

Ma fin qui niente di particolarmente originale. Il punto è che in questa serra lavorano 34 persone con competenze specialistiche e che la maggior parte di loro è diversamente abile.

Il progetto non era semplice da attuare, erano stati richiesti finanziamenti pubblici come organizzazione no profit ma in pratica la nuova realtà non doveva esserlo. Anche dal punto di vista tecnico le sfide non mancavano, negli Stati Uniti in quegli anni non c’erano molti casi di vertical farm e il progetto è stato disegnato e sviluppato con la consulenza di esperti olandesi.

Oggi Vertical Harvest fa parte del progetto L3C un ente ‘for profit with a non profit soul, che opera negli Stati Uniti per la formazione di persone diversamente abili e che spera di replicare il modello di Jackson Hole anche in altre località. In collaborazione con l’organizzazione no profit Cultivate, Vertical Harvest crea posti di lavoro, organizza stage e opportunità educative per queste persone che hanno sempre difficoltà a trovare impiego, soprattutto in mansioni qualificate.

L’edificio è costato 3 milioni e 600 mila dollari ed è di proprietà della città, che lo affitta all’organizzazione ad un prezzo simbolico. La struttura si snoda su tre piani ed è un ecosistema molto complesso, dove ogni elemento contribuisce all’equilibrio globale. In ogni piano c’è una serra con microclimi specifici adeguati alle diverse coltivazioni ed è stato messo a punto un sistema integrato per la gestione dei parassiti.  

Vertical Harvest ha ricevuto richieste di collaborazione per replicare il suo modello – di serra, sociale e di business – in altre zone degli Stati Uniti ed è stata interpellata anche per riqualificare aree urbane.

Uno dei progetti in cantiere riguarda la città di Lancaster, in Pennsylvania. È stato già presentato il “rendering” della struttura e la stampa locale parla di una serra verticale idroponica da 17 milioni di dollari che dovrebbe essere operativa nell’autunno del 2020.  La serra dovrebbe sorgere in un terreno vuoto di fronte al Prince Street Garage e il progetto è guidato dalla Lancaster Urban Farming Initiative, un’organizzazione no profit che sta collaborando con Vertical Harvest e aziende locali.

L’obiettivo? Portare l’agricoltura urbana su larga scala nelle aree in difficoltà di Lancaster e offrire tutto l’anno prodotti coltivati localmente e posti di lavoro ai residenti.

Nona non nasconde la sua soddisfazione. È riuscita a dare un vero futuro ai suoi dipendenti. C’è chi prima per anni aveva fatto solo il lavapiatti e ora è diventato un esperto di tecnologie e c’è chi presto andrà a insegnare ad altri i segreti della coltivazione idroponica… per chi si era ormai rassegnato a tenere i suoi sogni chiusi in un cassetto oggi finalmente c’è un presente che dà soddisfazioni ed emozioni. E il domani non fa più paura, all’orizzonte ci sono solo nuovi progetti e prospettive entusiasmanti.  

Alessandra Apicella

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