Arla Foods e la sostenibilità: nuovi strumenti e incentivi. E tanti dati

Arla Foods sta mobilitando i suoi 9900 soci per raggiungere più velocemente la meta.  I traguardi dichiarati sono: ridurre le emissioni di carbonio del 30 per cento entro il 2030 e diventare neutrale entro il 2050. Dal 1990 al 2015 gli impegni della cooperativa avevano portato a una riduzione del 24 per cento delle emissioni, un risultato importante nel panorama internazionale ma non sufficiente, come ha dichiarato recentemente il presidente Jan Toft Nørgaard invitando i soci a fare di più e più velocemente.

Arla ha messo a disposizione dei soci che operano in 7 diversi Paesi europei uno strumento standardizzato chiamato Climate Check, una soluzione introdotta in Danimarca nel 2013 che ha permesso di ridurre le emissioni del 4 per cento. Lo strumento consente all’agricoltore di identificare e misurare le emissioni nella sua azienda e fornisce indicazioni sulle possibili azioni da intraprendere per ridurle.

Ogni agricoltore di Arla inserisce in una piattaforma digitale le informazioni che riguardano tutti gli aspetti specifici della sua realtà e le condivide centralmente: dimensione del suo allevamento, volumi di latte, composizione dei mangimi, produzione vegetale, uso di fertilizzanti, gestione del letame, uso di elettricità, carburante ed energia rinnovabile. Il sequestro del carbonio nel suolo non è attualmente preso in esame. Tutti i dati sono verificati da un consulente esterno che visita l’azienda per fornire indicazioni sui possibili piani d’azione.

Lo strumento utilizza la metodologia riconosciuta a livello internazionale per i calcoli dell’impronta di carbonio sviluppata dall’International Dairy Federation.

Per quanto riguarda il sequestro di carbonio nel suolo Arla sta collaborando nell’ambito del progetto C-Sequ per sviluppare un metodo di calcolo riconosciuto a livello internazionale e adottato a livello globale. All’iniziativa partecipano anche Danone, Fonterra, Friesland Campina e McDonalds.

Grazie a Climate Chek verrà raccolta una enorme quantità di dati – 9.900 aziende lattiero-casearie europee e una produzione annua di 14 miliardi di litri di latte –  per questo Arla ritiene che il patrimonio di casistiche e informazioni sarà prezioso per tutto il settore lattiero caseario e consentirà di effettuare analisi comparative, condividere conoscenze e individuare le migliori soluzioni per superare i diversi ostacoli.

Per favorire una più ampia adozione del Climate Check, il consiglio di amministrazione di Arla ha anche deciso di promuovere incentivi: agli agricoltori che si iscriveranno per aderire all’iniziativa nel 2020 verrà erogato un incentivo finanziario di un centesimo di euro per chilo di latte.

La foto è di Arla Foods.

Alessandra Apicella

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