Clara, sempre in prima linea. Dalla parte della scienza, del progresso e delle donne

Dallo scorso primo luglio, Clara Serrano è Southern Europe Commercial Unit Leader di Corteva Agriscience, uno dei punti di riferimento più autorevoli per il mondo dell’agricoltura.

Clara è nata e cresciuta a Lisbona dove si è laureata presso l’Istituto Superiore di Agronomia con la qualifica di ingegnere agronomo. Nonostante l’apparenza, ha una lunga carriera alle spalle. Nei suoi 30 anni di lavoro Clara ha ricoperto ruoli diversi nel settore della protezione delle colture e delle biotecnologie, in Portogallo, Spagna, Italia e Svizzera. Di questo settore particolare ha imparato a conoscere tutti i volti e tutti i risvolti: dalla tossicologia al marketing, dal controllo di qualità all’analisi dei rischi.

Sono davvero tante le tappe della sua carriera ma per sintetizzare partiamo dal 2000 quando Clara è entrata a far parte di Aventis Crop Science dove è stata responsabile della divisione “Registration and Regulatory Affairs” per il Portogallo e nel 2001 è passata alla guida dell’unità Ricerca e Sviluppo. Da lì è iniziata la sua escalation professionale fino al ruolo attuale. Qualche curiosità: oltre al portoghese Clara parla l’inglese, il francese e lo spagnolo, è sposata ed ha due figli.  

Con lei parliamo di donne e agricoltura, un binomio che a Clara sta particolarmente a cuore.

In molte aziende le “pari opportunità” e le donne sono spesso legate a iniziative di brand o di marketing, a volte sono operazioni di “immagine” che non si traducono necessariamente in impegni e fatti concreti e soprattutto continuativi.

“La missione di Corteva Agriscience – esordisce Clara – è esplicita: arricchire la vita di chi produce e di chi consuma, garantendo il progresso alle prossime generazioni. E valorizzare le donne in agricoltura contribuisce a questo obiettivo in molti modi. Il più diretto è proprio arricchire la vita delle donne stesse che, in definitiva, vuol dire matematicamente arricchire la vita di tutti: i bambini e le famiglie che dipendono da loro, le comunità di cui fanno parte e le società che dipendono da loro per il cibo e tanto altro ancora.

“A questo proposito proprio l’anno scorso Corteva ha chiesto al Parlamento europeo, alle istituzioni e ai responsabili politici di prendere una posizione più consapevole sulle disparità di ruoli e trattamenti e di impegnarsi in modo concreto perché le donne siano più protagoniste: dunque più visibilità, più opportunità di istruzione, formazione, sviluppo. Personalmente poi ho avuto la possibilità di partecipare con il COPA-COGECA, l’organizzazione che dà voce agli agricoltori e alle agri-cooperative europee, a diverse sessioni del Parlamento Europeo proprio per condividere le analisi di uno studio che avevamo sponsorizzato. Grazie anche ai dati di questo studio, siamo riusciti a comprendere meglio lo stato attuale delle donne nel mondo agricolo e abbiamo creato dei parametri per misurare i progressi con un obiettivo preciso: rimuovere gli ostacoli che impediscono l’uguaglianza di genere in agricoltura. 

“Noi in particolare stiamo mettendo in atto molti programmi “reali” in tutto il mondo per la formazione e il sostegno delle donne che lavorano nel settore dell’agricoltura. TalentA ne è un ottimo esempio, perché ha l’obiettivo di facilitare e promuovere l’attività di donne che innovano con un empowerment professionale e finanziario.”

In Agricoltura le donne sono ancora una minoranza ed è difficile per loro conquistare credibilità e ruoli strategici…

 “La situazione sta migliorando, ma siamo ancora lontani dal traguardo ideale sia a livello globale sia in Europa. Le donne sono il “legame umano tra l’azienda agricola e la tavola” e svolgono un ruolo fondamentale nella società. Tuttavia, in molti, troppi casi non hanno i mezzi, le opportunità di formazione, la tecnologia, il sostegno necessari. Troppo spesso guadagnano molto meno rispetto alle omologhe figure maschili e trovano molti più ostacoli nell’accedere al credito. Anche in Europa le donne che lavorano in agricoltura chiedono di avere più visibilità e più opportunità. E come ha affermato la Banca Mondiale, “le donne possono essere agenti chiave di cambiamento” per porre fine alla fame e alla malnutrizione entro il 2030. Dobbiamo crederci e impegnarci di più.”

Qual è la sua sensazione sulle capacità e il know how delle donne in questo settore?  

“Non esiste una situazione omogenea in tutta Europa, ma chiaramente il livello di istruzione e le competenze generali sono migliorate in modo significativo negli ultimi anni. In ogni caso, oggi in generale serve molta più formazione anche per sfruttare tutte le opportunità che offrono le nuove tecnologie e le nuove tecniche che sono sempre più essenziali per avere ritorni economici importanti e operare in modo sostenibile, nel rispetto dell’ambiente. L’esigenza e il desiderio di maggiore formazione è una delle priorità più sentite ovunque.

“Un altro fattore critico è l’accesso giusto ed equo alle opportunità. Qui vediamo ancora diversi vincoli. Sempre secondo il sondaggio svolto per il nostro studio, la discriminazione di genere è uguale, o addirittura peggiore, rispetto a 10 anni fa….

Qual è il contributo speciale che possono portare all’agricoltura e alla sua innovazione, secondo lei? 

“Nel settore agricolo le donne sono imprenditrici forti, intuitive, flessibili e innovative, le loro competenze sono “assolutamente vitali” perché possono contribuire in modo sostanziale ad accelerare il processo di innovazione nelle comunità rurali.  C’è anche altro aspetto da sottolineare: la maggior parte delle donne è orgogliosa di lavorare in agricoltura ma questo non si traduce mai in modo adeguato in soddisfazione. Il loro impegno costante in un settore che culturalmente si considera maschile rappresenta una sfida quotidiana, di fatto devono rimuovere molti più ostacoli rispetto agli uomini e spesso devono anche occuparsi dei bambini e della gestione familiare. Penso che sia fondamentale sostenerle e aiutarle ad ottenere il successo che meritano, anche se ci vorranno decenni. “ 

Veniamo a Corteva Agriscience, innovazione e biotecnologie… quali sono le sfide principali? 

“Il cibo è il bisogno umano più basilare e il motore dello sviluppo economico. Ma se è vero che la popolazione mondiale è destinata a crescere è anche vero che le risorse alimentari non possono aumentare in modo proporzionale. Con questo scenario la nostra posizione è chiara, sosteniamo l’esigenza di un’agricoltura responsabile. Questa è la nostra sfida e la nostra risposta è l’innovazione. 

“L’utilizzo di tecnologie digitali, nuovi strumenti di sviluppo per arrivare ad avere nuovi tipi di sementi come l’editing genetico CRISPR-Cas, nuove generazione di prodotti per la protezione delle colture, sostenibili e utilizzabili in minore quantità, sono solo alcune dei percorsi praticabili per arrivare all’obiettivo: un’agricoltura responsabile e sostenibile in grado di dare cibo sano e di qualità a tutti.”

Alessandra Apicella

2 Comments
  1. Ottima determinazione! La donna che ci vuole per riconoscere i diritti e il lavoro delle altre donne in questo campo, ci vorrebbero in tutti i campi donne esperte strategiche e determinate!

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