Cosa c’è di più moderno dell’amore per le antiche tradizioni? Luisa e la sua lavanda

Un coro di obiezioni e di bocciature. Questa la reazione di tanti esperti e di tutti coloro che avevano sentito l’idea di Luisa e di suo marito: volevano piantare la lavanda in Sicilia. Eppure oggi in quella terra arida c’è un mare di fiori viola sovrastato da un cielo incontaminato e a vegliare su quel piccolo paradiso sono solo gli ulivi, austeri e rispettosi. Non è un quadro idilliaco, è la semplice realtà che si può vedere nel filmato introduttivo del sito dell’azienda agricola Biologica Montalto Luisa. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e dove sono ancora le donne e gli uomini con la zappa a tenere pulite quelle piante e a raccogliere con le loro mani quei fiori, legandoli in mazzi per farli essiccare.

Siamo nel cuore della Sicilia centrale, a Santa Caterina Villarmosa, in provincia di Caltanissetta, e qui nel 1950 ha avuto inizio la storia di questa azienda, nata su un primo terreno di 10 ettari dove venivano coltivati vigneti e ulivi. Vino e olio di qualità, da sempre, e dal 2007 rigorosamente biologici, una conversione che è stata veloce rispetto ai tempi standard perché quest’azienda non ha mai fatto uso di prodotti chimici.

Ma dal 2005 si è iniziato a coltivare anche la lavanda, si è partiti con un piccolo campo sperimentale che poi è arrivato a occupare 2 ettari di terreno e la passione di Luisa è esplosa. Studio, attenzione, cure meticolose da cui sono nate tante nuove idee, che sono state sperimentate, collaudate e poi consolidate in tante proposte originali e uniche.

Tutti infatti conoscono la lavanda, era nei cassetti delle nostre nonne e, malgrado l’invasione di tanti prodotti innovativi, è rimasta insostituibile nei nostri con le sue proprietà deodoranti e antitarmiche. Ma questa pianta ha anche proprietà cosmetiche e medicinali. Il nome lavanda viene dal latino “lavare” e si riferisce all’uso che ne facevano greci e romani che la raccoglievano per profumare l’acqua delle terme proprio con l’estratto alcolico dei suoi fiori.

La sua presenza nella storia è una costante. Dagli Egizi, che la sfruttano per le sue proprietà antibatteriche, ai romani; Plinio il Vecchio la descrive come una delle erbe curative più utilizzate dell’epoca. Nel Medioevo viene usata contro crampi intestinali, nausea e singhiozzo, alla fine del 1600 è l’ingrediente preferito del famoso  farmacologo francese Nicolo Lamery, poi nel XX secolo Rene Maurice Gattefosse, padre dell’aromaterapia moderna, studia ed esalta le proprietà speciali dei suoi oli essenziali.

Proprio questi oli, prodotti dalle ghiandole localizzate in tutte le parti della pianta, sono ricchi di molteplici principi attivi che hanno proprietà antisettiche, vasodilatatrici, antinevralgiche, cicatrizzanti, diuretiche, sedative, balsamiche, digestive, antireumatiche e antinfiammatorie.

Se parlate con Luisa vi trascina in una serie infinita di racconti ed aneddoti. Sa veramente tutto della lavanda.

Facciamo due tipi di raccolti, la prima, anticipata, che viene fatta a mano, ci permette di avere fiori perfetti e spettacolari che vengono usati per allestimenti – afferma Luisa – decorano le vetrine dei negozi o le sale dei ristoranti, vengono usati per abbellire chiese o tavole durante i matrimoni. Ci sono fioristi famosi che ce li chiedono da tutta Italia.

“Nella seconda raccolta, le piante vengono fatte asciugare all’aria, quindi accorpate in piccole balle e portate dal nostro distillatore, a Calatabiano, dove il vapore a 300 gradi effettua una specie di distillazione. Questo procedimento ci consente di ottenere l’idrolato di lavanda, un estratto liquido prezioso per la preparazione di tonici per il viso o impiegato per rinfrescare, profumare e ridare tono ai tessuti, e l’olio, che è un disinfettante naturale, antisettico e antinfiammatorio, usato per la preparazione di tanti prodotti di erboristeria”.

Ma Luisa con questa pianta ha imparato a fare anche una serie di biscotti, cannoli, torte, cotti ovviamente nel forno a legna, le cui materie prime sono rigorosamente biologiche, o prodotte in casa o acquistate a chilometro zero. “Portavamo i nostri preparati a cuocere in un forno a legna, a 100 chilometri di distanza da noi, che si occupa della cottura di prodotti esclusivamente biologici, poi abbiamo trasformato un nostro fienile in un vero e proprio laboratorio con un forno rigorosamente a legna. D’altra parte la cucina è il risultato magico di materie prime di qualità e fantasia e con la ricchezza di profumi e sapori che offre la nostra terra le idee non mancano”, sostiene Luisa.

E così mandorle, noci, cioccolata di Modica, latte di capra, farina di farro, uova, abbinate in modo sapiente e diversificato con il tocco speciale della lavanda, creano dei piccoli gioielli gastronomici unici che lasciano un segno inconfondibile nel palato e nel cuore di chi li gusta. Oggi Luisa produce 24 tipi diversi di biscotti, ma anche paste di mandorla, cannoli, torte realizzate con la farina “maiorca”, un grano tenero antico siciliano, che vende a una cerchia di ristoranti selezionati e a negozi di erboristeria ma anche a tanti privati. Chi li assaggia li rivuole e non vi rinuncia. Ma Luisa è sempre in giro come una trottola in tutta Italia e parla della sua lavanda e delle sue proprietà e racconta la storia di tutto quello che propone perché conosce bene i suoi prodotti e conosce bene la terra che li ha fatti nascere e crescere. E se le fate qualche rimostranza sul prezzo non proprio da scaffale, vi spiegherà che la produzione biologica è fisiologicamente ridotta e vi dirà quanto lavoro quotidiano c’è dietro alla qualità. Se assaggiate i suoi biscotti, comunque, vi passerà la voglia di farle ogni obiezione e li prenoterete per i prossimi mesi.    

Alessandra Apicella

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