In Italia nel 2020 quattro bottiglie di vino su cento erano biologiche e per questa tipologia di prodotti il nostro Paese risulta il primo esportatore in Europa e il secondo a livello mondiale. A livello internazionale, inoltre, l’interesse crescente dei consumatori per i prodotti biologici sta portando a un aumento generale delle superfici di vigneti coltivate secondo questo metodo.
Dei 7 milioni di ettari di superficie viticola censita a livello globale una quota pari al 6,7% è coltivata secondo i metodi di produzione dell’agricoltura biologica, per un’estensione complessiva vicina ai 500 mila ettari, più del doppio rispetto a 10 anni fa. Negli ultimi 20 anni si è registrato un aumento globale dei vigneti bio pari al + 600%, e negli ultimi 10 anni la crescita è stata del 114%: In questo panorama l’Europa si è distinta con una superficie che arriva a coprire l’85% del totale.
Da sole Spagna, Francia e Italia, leader mondiali anche nella produzione di vino convenzionale, incidono per il 74% sull’estensione di vigneti biologici e nell’ultimo decennio hanno fatto registrare tassi di crescita di poco al di sotto della media mondiale, pur detenendo le superfici più ampie.
Sono questi alcuni dei dati riportati nel dettagliato report “La filiera vitivinicola biologica”, l’ultimo quaderno di una collana tematica dedicata al mondo del bio realizzato da Mipaaf-Ismea che fa un ritratto globale del mercato e dello scenario italiano.
L’Italia, in particolare, nel 2019, contava 107.143 ettari di vigneto biologico, dei quali poco meno di un quarto (il 23%) sono superfici in conversione. Sul versante produttivo, nella campagna 2019-2020, le circa 870.000 tonnellate di uva prodotte hanno dato origine a 2,2 milioni di ettolitri di vino biologico, corrispondenti al 4,6% della produzione enologica nazionale.
A livello territoriale, nell’ultimo decennio, si è assistito a un percorso di crescita che ha portato a un maggior equilibro nella distribuzione di vigneti bio tra Nord (22,8%), Centro (22,5%), Sud (25,5%) e Isole (29,2%).
La Sicilia da sola, con poco meno di 30.000 ettari rappresenta circa il 28% del totale seguita dalla Puglia (14 %) e dalla Toscana (14%). Tuttavia, il tasso di crescita maggiore del decennio, al netto della Valle d’Aosta (+470%) caratterizzata però da estensioni ridotte, è stato fatto registrare dal Piemonte (+406%), a testimoniare la grande attenzione che il mondo produttivo settentrionale sta dedicando al metodo di produzione biologico.
Prendendo a riferimento il valore di 18,8% che emerge come dato nazionale, risaltano a livello regionale le quote della Calabria (55,2%), delle Marche (41,9%), della Sicilia, (35%) e dell’Umbria (26,5%), mentre sul lato opposto emergono grandi margini di crescita in Friuli-Venezia Giulia (6,5%), Provincia autonoma di Bolzano (8,2%), Piemonte (8,4%) e Sardegna (8,8%). Il Piemonte, quindi, pur avendo registrato una crescita rilevante della superficie negli ultimi anni, vista l’estensione assoluta dei suoi vigneti, presenta un’incidenza relativamente ancora bassa.
Sempre nel nostro Paese sono oltre 18 mila i viticoltori bio ai quali si aggiungono tutti gli altri attori della filiera, per un totale di operatori del settore vitivinicolo biologico prossimo alle 25.000 unità.
Sul fronte dei consumi, è invece soprattutto all’estero che il vino biologico gode di maggiore apprezzamento, con la Germania e la Francia capofila tra i Paesi consumatori.
Collegandosi a questo link è possibile recuperare il report completo che descrive anche i progetti di Ricerca e sviluppo condotti a livello nazionale.