La partita di Daniela si gioca oltre il biologico

Cosa c’entrano una laura in Scienze Economiche e Sociali alla Bocconi, la pallavolo e un’azienda agricola? Sembra un tassello di un cruciverba troppo difficile da risolvere. Pensandoci però ci sono alcuni comuni denominatori per avere successo in questi campi così diversi. Servono determinazione, disciplina, lavoro di squadra, la voglia di vincere. con tenacia e sacrifici, senza mai lesinare le energie e l’entusiasmo. La passione.

La risposta vivente di questo quiz è Daniela Scarpellino che dopo essersi laureata e aver giocato in seria A nella pallavolo ha scelto di aprire una fattoria in Sardegna, a Tula. Complice da subito il fidanzato Alessandro che poi è diventato suo marito, si era già professato “un contadino nel cuore”. Tula voleva anche dire il paese e le radici di Alessandro e dei suoi genitori, loro compagni di avventura, anche oggi che la famiglia conta tre cuccioli di uomo impegnativi.

Così è nata nel 2010 l’azienda agricola Areste , la cui missione iniziale è stata produrre confetture speciali, realizzate artigianalmente con prodotti naturali locali, anche selvatici, quelli che nascono proprio in quel territorio. Dalle mele cotogne alle albicocche, dai fichi alle pesche, ma anche melanzane, mirto e pere selvatiche, fichi d’India. Areste in sardo vuol dire proprio selvatico, in armonia con la natura, l’opposto di selvaggio, un termine che evoca invece la sua distruzione.

I prodotti ortofrutticoli sono coltivati proprio in quel territorio seguendo gli standard stabiliti dal “Consorzio per il controllo dei prodotti biologici” (CCPB) in base al fabbisogno necessario alla produzione di confetture. I terreni sono rispettati e protetti rigorosamente, preservando la loro integrità e il loro equilibrio di sostanze nutritive e organolettiche, con rotazioni e altre tecniche naturali, senza l’utilizzo di processi di chimica sintetica.

Le confetture che propone Areste sono di due tipi: tradizionali e selvatiche, e sono preparate con ricette antiche rivisitate o create ex novo provando e dosando combinazioni di ingredienti diversi. Tanti tentativi e tanti segreti che rendono le confetture davvero uniche.

Ma da alcuni anni l’azienda propone anche una ricca varietà di mieli, che vengono raccolti da circa sessanta arnie in base a fioriture spontanee. Una volta raggiunto il giusto grado di umidità, all’interno dei melari, il miele viene opercolato dalle api operaie ed è pronto per essere raccolto. Estratto dai melari per centrifugazione, si aspetta la sua maturazione per circa dieci giorni, poi viene inserito nei vasetti. Anche in questo caso, la genuinità è garantita in tutte le sue componenti: dalle materie prime alle lavorazioni. L’obiettivo è arrivare a indicare sulle etichette le percentuali dei fiori presenti nel miele, grazie ad una serie di analisi specifiche e certificate.

Tutte le loro prelibatezze vengono commercializzate nei mercati di CampagnaAmica e da 10 anni anche all’Artigiano in Fiera, la tradizionale manifestazione internazionale che riunisce gli artigiani e le loro eccellenza nella Fieramilano di Rho. Quest’anno l’appuntamento sarà dall’1 al 9 dicembre e loro saranno nel padiglione 2 nello D117.

Daniela quando ha deciso di creare questa azienda voleva fare qualcosa di concreto e di utile per questa terra che ha sempre amato e che vuole difendere e valorizzare. Rispetto e amore per la natura e per la sua generosità, troppo spesso calpestata e bistrattata, è questo il filo conduttore di ogni attività dell’azienda Areste, che ovviamente utilizza energie proveniente da fonti alternative e crede nei valori della sostenibilità. Una curiosità: tra gli ospiti della fattoria ci sono anche dei maiali e una famiglia di asinelli, tutti rigorosamente locali e allevati allo stato semi-brado.

Avete dubbi su come stia andando questa partita? Anche questa volta Daniela, con la sua squadra e la sua tenacia, sta vincendo.

Alessandra Apicella

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