Isabelle e l’amore per il bello: dalla fotografia al ritorno alla terra

Isabelle Riz è nata a Bolzano e la sua famiglia aveva un’azienda agricola. Vive per tanti anni a Milano dove fa la fotografa, torna spesso però nella casa di famiglia a Punta del Corno sul lago di Garda. Nel 2010 il legame con quel territorio prende il sopravvento: Isabelle decide di trasferirsi lì e inizia a rimboccarsi le maniche.

Mette in ordine, cura, continua ad osservare per capire come far stare meglio le sue piante di ulivo e di vite. Studia, fa corsi e si fa aiutare dal cognato che ha un’azienda agricola in cui produce vino con il metodo biodinamico. Sì perché Isabelle ha un’idea ben chiara: la natura deve essere rispettata e per questo prima di tutto va guardata e ascoltata.

“Non uso prodotti chimici e anche quando c’è una pianta vecchia la taglio con un metodo dolce in modo tale da farla continuare a vivere. La natura ha un suo equilibrio, i suoi ritmi, i suoi tempi di reazione. All’inizio non si percepiscono subito i segnali che le piante e gli animali danno continuamente poi invece si impara a riconoscerli e si arriva a toccare con mano il loro benessere. E tutti danno il loro meglio. Ricordo la prima notte in cui ho visto il cielo pieno di lucciole, uno spettacolo che mi ha dato una grande gioia. Avevo imboccato la strada giusta, la mia terra me lo stava finalmente comunicando.”

Isabelle in quel piccolo paradiso, dove si incontra di nuovo il silenzio o la pace, ha creato anche un agriturismo familiare con la formula bed and breakfast. “La colazione è tutta fatta in casa, con prodotti a km0: dal pane alla marmellata, alla frutta. È un posto che piace molto a chi fa yoga, a chi vuole ritrovarsi e riassestare il proprio equilibrio e il proprio benessere. Ed è un posto dove con mia grande soddisfazione la gente si sente a casa e vuole tornare.”

Isabelle si fa aiutare da due persone nelle attività quotidiane ma per il resto fa tutto da sola. La sua è una piccola azienda che produce 300 litri di olio e 500 bottiglie di vino rosè, l’uva appena raccolta viene portata al cognato esperto che ne cura la lavorazione e provvede all’imbottigliamento. Di fatto tutte le sue coltivazioni sono effettuate con metodi biologici e biodinamici, anche se le certificazioni per la sua piccola azienda prevedono costi elevati che in questo momento non può permettersi.

“Sono un po’ in conflitto con tutte queste procedure, capisco le esigenze dei consumatori che vogliono avere certezza, anche se gli inganni sono stati tanti e non adeguatamente puniti, ma l’iter delle certificazioni è davvero molto impegnativo da molti punti di vista per una piccola azienda e porta inevitabilmente a un aumento dei prezzi dei prodotti. Io comunque so come nascono i miei prodotti e lo sanno bene anche le persone che vengono qui a comprarli. È tutto fatto alla luce del sole…e della luna.”

Alessandra Apicella

1 Comment
  1. In effetti è vero, purtroppo…ma, almeno per quanto riguarda i costi “vivi” della certificazione Bio, proprio per cercare di alleviare in parte questa situazione, a partire dall’entrata in vigore del rinnovato Regolamento europeo per l’agricoltura Bio (1° gennaio 2021), verrà introdotta la certificazione di gruppo, diversi piccoli agricoltori potranno “associarsi” tra loro per ridurre l’incidenza dei costi vivi della certificazione. Sarà forse poco, ma speriamo sia abbastanza per certificare “pubblicamente” storie di passione come questa.

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