Olanda, lavori in corso per serre sempre più sostenibili

Da sempre maestro ed apripista sul fronte delle innovazioni il settore florovivaistico olandese è un modello indiscusso a livello internazionale. Dalle esperienze di questo Paese hanno tratto insegnamenti e spunti tanti grandi produttori e tante startup che oggi possono vantare serre e vertical farm all’avanguardia, efficienti e funzionali.

Ma il primato olandese, che resta imbattuto, continuerà a rimanere tale visti i nuovi investimenti. È stato creato un apposito programma “Greenhouse as an Energy Source” (Kas als Energiebron), che è finanziato dal Glastuinbouw Nederland (Greenhouse Horticulture Netherlands) e dal Ministero dell’agricoltura, della natura e della qualità del cibo.

Il settore, infatti, ha un obiettivo preciso: intende diventare neutrale sul fronte delle emissioni nel 2040. Il dato di partenza è relativo al 2017, il volume delle emissioni di CO2 prodotte era pari a 5,7 megatonnellate, e il primo traguardo da raggiungere entro il 2030 è ridurle a 2,2 megatonnellate di CO2 entro il 2030.

Ovviamente, il ruolo della Wageningen University si conferma decisivo.

È stata creata una speciale serra dimostrativa KAS2030, situata a Bleiswijk, dove i ricercatori stanno attualmente coltivando fragole e piante come l’anturio, la gerbera e fresia. Il confronto e la collaborazione con gli orticoltori è costante. In questa serra vengono sperimentate nuove tecniche e tecnologie per affrontare in modo efficace i diversi aspetti che concorrono alle emissioni di CO2. Queste le aree critiche su cui si sta lavorando.

Controllo dell’umidità

Ridurre il consumo di energia è un passaggio decisivo. In inverno, il riscaldamento è generato dall’uso di gas naturale, proprio come nelle case, e questo produce emissioni di CO2. Un migliore isolamento può contribuire a ridurre il consumo di energia, ma può anche causare livelli di umidità indesiderati. Nella serra dimostrativa ovviamente d’inverno viene mantenuta una temperatura più alta ma contemporaneamente sono utilizzate soluzioni speciali per estrarre l’umidità dall’aria e recuperare calore. D’estate il problema non sussiste, la serra è aperta e c’è poco o nessun riscaldamento.

Energia rinnovabile

Oggi in Olanda un numero crescente di orticoltori sta utilizzando fonti alternative di riscaldamento come il calore geotermico o pompe di calore al posto del gas, nella serra dimostrativa è utilizzata una pompa di calore, un dispositivo che trasferisce energia termica da una fonte di calore a quello che viene chiamato serbatoio termico. Le pompe di calore spostano l’energia termica, assorbendo il calore da uno spazio freddo e rilasciandolo a uno più caldo.

Ma anche una serra ad alta efficienza energetica ha sempre bisogno di riscaldamento e nella serra sperimentale si sta studiando come raccogliere e immagazzinare l’energia generata in estate per utilizzarla d’inverno.

Produttività

Per minimizzare il consumo di energia si dovrebbe riuscire anche a intensificare la coltivazione. L’impiego di tecnologie innovative può ottimizzare la crescita delle piante e le rese. Questo secondo i ricercatori dovrebbe anche essere un incentivo per gli orticoltori a investire in serre tecnologicamente avanzate. Il ricercatore dell’Università di Wageningen coinvolto in questo progetto, Frank Kempkes, researcher Energy and Greenhouse Climate, fa alcuni esempi. “Le piante delle fragole normalmente sono posizionate in file distanti tra loro per consentire al coltivatore di visionarle e raccogliere i frutti. Un sistema intelligente che solleva singolarmente file di piante può permettere di aumentare il numero di piante ospitate nello stesso spazio del 20%. Le gerbere amanti della luce ricevono luce dalle lampade a LED durante l’inverno. Oggi le nuove generazione di LED non generano tanto calore, impedendo alla temperatura di superare i livelli desiderati. Questo porta a un raccolto continuo e contribuisce alla qualità del prodotto.”

Acqua pulita

La demo-serra è anche efficiente nell’utilizzo dell’acqua. L’acqua utilizzata per l’irrigazione è conservata, anche se è evaporata ed è stata recuperata dall’aria dal deumidificatore. L’acqua viene quindi trattata con ozono per uccidere eventuali germi. Kempkes sostiene che l’acqua piovana è la migliore fonte disponibile per l’irrigazione. “Usando principalmente l’acqua piovana, si previene l’accumulo di elementi dannosi per le piante. L’acqua del rubinetto contiene troppi sali per le piante. Anche l’acqua di sorgente richiede un trattamento per essere utilizzata per l’irrigazione, poiché spesso contiene sabbia o troppo ferro. Il riutilizzo di acqua pulita è quindi molto importante nella coltivazione in serra”, dichiara Kempkes.

Reduviidae e vespe parassite

Nella serra dimostrativa c’è un esercito permanente di sterminatori biologici come linopodi, Reduviidae e vespe parassite. Questi impediscono la diffusione di insetti nocivi come tripidi, mosca bianca e pidocchio. La serra contiene piante che ospitano questi insetti e che ne consentono la riproduzione. Qui la parola chiave è prevenzione e il team di entomologi sta effettuando delle valutazioni precise per comprendere le condizioni ideali per avere un’adeguata, continua presenza di sterminatori biologici e misurarne gli effetti. Questa soluzione porterebbe a una riduzione drastica delle sostanze chimiche per prevenire le infestazioni e a una relativa diminuzione delle emissioni, con un risparmio economico importante per il coltivatore.

Kempkes crede fermamente che le innovazioni tecnologiche avranno un ruolo chiave per arrivare ad avere serre veramente sostenibili.

“Nei Paesi Bassi, frutta, fiori e ortaggi vengono coltivati in circa 9500 ettari di serre. Trecento di quegli ettari vengono rinnovati ogni anno perché le serre diventano obsolete. Un semplice calcolo mostra che questo ritmo è troppo basso per arrivare al traguardo zero emissioni del 2040”. Sostiene anche che la sua serra dimostrativa oggi così innovativa darà indicazioni importanti ma probabilmente entro il 2030 diventerà anch’essa obsoleta proprio perché ci saranno tante nuove tecnologie adisposizione. “Le serre sono sempre più costruite con materiali intelligenti. Il vetro avrà caratteristiche stagionali, sarà in grado di isolare in inverno e di raffreddarsi automaticamente in estate “.

Un’immagine del KAS2030, dell’Università di Wageningen.

Alessandra Apicella

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