Viti e ulivi, ai nastri di partenza il progetto europeo Novaterra

Mettere a punto una serie di nuove strategie per coltivare in modo più sostenibile viti e ulivi è questo l’obiettivo del nuovo progetto europeo Novaterra partito ufficialmente lo scorso 27 ottobre.

Sarà una vera e propria task force per migliorare la gestione integrata dei parassiti e per aiutare i coltivatori a combattere la peronospora e l’oidio, la botrite e la tignola che minacciano la salute delle viti e a prevenire le macchie di foglie, la mosca della frutta e la tignola che danneggiano gli ulivi.

Pratiche e soluzioni saranno disegnate in modo da poter essere personalizzate in funzione di molte variabili, in primo luogo le specifiche caratteristiche locali delle diverse regioni del Mediterraneo e le diverse capacità di investimento di agricoltori e produttori.

Il progetto è guidato da IRTA (Institute of Agrifood Research and Technology) e sarà sviluppato da un consorzio di 19 partner provenienti da Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Grecia e Belgio. È finanziato dall’Unione Europea ed è in linea con i suoi principi guida: garantire la sicurezza alimentare, ridurre l’impatto ambientale con un uso sostenibile dei pesticidi e aumentare le rese dei coltivatori.

Nell’ambito di Novaterra sarà avviata e monitorata una serie di progetti/casi studio in diversi oliveti e vigneti dell’area mediterranea e verranno testate pratiche innovative, tecnicamente ed economicamente adottabili in diversi sistemi colturali.

Le nuove strategie si baseranno sull’integrazione di tre approcci chiave:

  • l’uso di prodotti di protezione alternativi e naturali (biopesticidi, biocontrollo, coadiuvanti e formulazioni innovativi);
  • l’impiego di una piattaforma di smart farming per un’applicazione più precisa dei prodotti di protezione;
  • la sperimentazione di una nuova gestione del suolo, pratiche per il recupero della biodiversità, l’uso della robotica per la gestione ottimale delle infestanti e un minor impiego di sostanze chimiche.

Il progetto prevede anche il coinvolgimento di una rete di stakeholder e vedrà la partecipazione di responsabili politici, esperti e associazioni di produttori di olio d’oliva e di vino, industrie ausiliarie e cittadini. L’obiettivo è diffondere le nuove conoscenze e promuovere gli esiti del progetto in modo capillare nelle diverse regioni, colmando anche i divari esistenti tra i diversi agricoltori europei in termini di adozione di tecnologie e uso efficiente dei pesticidi.

I 19 partner dei 6 Paesi (Spagna, Portogallo, Francia, Italia, Grecia e Belgio) sono:  

– centri di ricerca e università (Università Politecnica della Catalogna, Università Cattolica del Sacro Cuore, Institute Francais de la Vigne e du Vin, Institute Politecnico de Braganca, Universitad de Burgos, Agricultural University of Athens, INESCTEC),

– società tecnologiche (HORTA, AGENSO),

– produttori (TERRAS GAUDA, MYROLION),

– grandi aziende del settore (CORTEVA, SOGRAPE),

– produttori e associazioni (VITAGORA, EBS, PTV, APPITAD, UNAPROL).

A coordinare il progetto è Felicidad de Herralde, ricercatrice dell’IRTA. L’Istituto spagnolo è già impegnato in prima linea nella sperimentazione di prodotti alternativi sugli ulivi con i programmi Sustainable Plant Protection e Fruit Production  e sta collaborando con  VITEC per mettere a punto pratiche più sostenibili per le viti nell’ambito del Fruit-growing programme.

Novaterra durerà quattro anni e riceverà più di 4,8 milioni di euro nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea.

L’immagine e dell’Istituto spagnolo IRTA.

Alessandra Apicella

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