Pesce

Le microplastiche, corsie preferenziali per i patogeni

Grazie alle microplastiche i patogeni dalla terraferma possono raggiungere velocemente l’oceano, con conseguenze per la salute della fauna selvatica e di noi umani. È questo l’esito di uno studio condotto dall’Università della California, Davis che ha evidenziato come la presenza delle microplastiche sta alterando le reti alimentari naturali.

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Betulla e il suo impegno in difesa degli ecosistemi marini

“I pesci non conoscono confini e i cambiamenti climatici stanno modificando e modificheranno ulteriormente gli ecosistemi e la sfida è riuscire a produrre cibo per una popolazione in crescita…dunque recuperare la biodiversità è un percorso inevitabile e deve essere un processo globale. E la collaborazione è l’autostrada più veloce per raggiungere la meta.” È questo l’impegno quotidiano di Elisabetta Betulla Morello che fa parte del GFCM, General Fisheries Commission for the Mediterranean, l’organismo creato dalla FAO per tutelare l’uso sostenibile e la conservazione delle risorse marine nel Mediterraneo e nel Mar Nero.

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Cibo sostenibile? Per Paolo Bray i percorsi sono chiari

“Certamente, il campo alimentare è un terreno scivoloso perché, se il bio richiede certificazioni precise e approvazioni da enti esterni, per tanti altri prodotti la sostenibilità è solo il risultato di un’autodichiarazione, di impegni, traguardi e obiettivi spesso non quantificati.” Questa l’opinione di Paolo Bray fondatore di Friend of the Sea e promotore di tante iniziative a sostegno della sostenibilità che ha disegnato percorsi di certificazione a prova dei mercati internazionali.

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Sostenibilità e sicurezza alimentare, nasce una nuova consapevolezza sul ruolo dell’acquacoltura

L’acquacoltura è considerata una soluzione decisiva per produrre più cibo in modo sicuro e per garantire prosperità economica anche a molti Paesi in difficoltà. I risultati del progetto di ricerca quadriennale europeo MedAID mettono in luce gli ostacoli e indicano i percorsi e le soluzioni per superarli.

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Dove finisce la plastica? Nuovi calcoli sull’inquinamento degli oceani

Uno studio condotto presso l’Oeschger Center for Climate Change Research dell’Università di Berna fornisce nuove informazioni sulla presenza dei rifiuti di plastica negli oceani. La modellazione mostra che la maggior parte della plastica non finisce in mare aperto, ma rimane incagliata su spiagge o derive vicino alla costa.

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Gli insetti, sempre più motori di economia circolare e sostenibilità

Utilizzare le proteine che provengono dagli insetti per preparare prodotti per l’alimentazione degli animali è un’opportunità unica. Serve a ridurre in modo importante le emissioni di CO2, a sfruttare le potenzialità dell’economia circolare e, nel caso dell’acquacoltura, evita l’esaurimento degli stock ittici nei nostri oceani. Ma c’è anche chi è riuscito a realizzare un fertilizzante naturale ideale per l’agricoltura biologica.

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